Non mi toccare di Giulia Cormons: history of violence
Questo libro è per palati forti, per chi non ha paura di spalancare gli occhi, per chi non ha timore a sfogliare pagine graffiate dalla violenza. Male, amore, ossessione, dolore, ferite aperte, abusi: un cocktail vertiginoso di emozioni che il lettore non può smettere di bere. Il dolore che si prova dopo ogni pagina è il dolore che la protagonista fa rivivere col suo sguardo crudo, truculento.
“La mia è la storia di una violenza. Subita nel 2004 e rivissuta nel corpo e nella mente per quindici anni. È la storia dell’amore che mi ha fatta rinascere”.
Quanto conta il fattore temporale all’interno di una storia? Moltissimo se si pensa che esso serva soprattutto per mitigare dolori lancinanti. Subire una violenza ti divora, chiedere aiuto non è mai facile e l’unica cosa a cui si pensa è cercare di non morire dentro. Rinascere, appunto. Grazie a un nuovo amore, magari. Questa è “la storia dell’uomo che mi ha presa con sé e mi ha salvata. Pochissime persone la conoscono. Ora vorrei che qualcuno leggesse di me, di come si muore e di come si nasce. Di come si resiste, di come si può persino ricominciare a sorridere”.
“Non mi toccare” di Giulia Cormons (Castelvecchi, pp. 156, euro 14,50) è una storia che va letta piano per allontanare l’incubo fisico e psicologico di una donna che ha trovato il coraggio di raccontarsi, dopo quindici anni.
Debora Colangelo