“Nilde Iotti nella storia della Repubblica” a cura di Stefano Mangullo e Francesca Russo
Il libro è una raccolta di saggi, curati da Stefano Mangullo e Francesca Russo per la casa editrice Carocci (pp. 200, euro 21), nato dal Convegno da cui prende il titolo :“Nilde Iotti nella storia della Repubblica. Donne, politica, istituzioni” (Roma, 22 ottobre 2020).
La protagonista dei saggi è una grande figura politica del Novecento: Nilde Iotti. Entrata in politica a soli 26 anni, con una formazione cattolica e antifascista e la militanza nel Pci, il libro ripercorre le fasi più rilevanti della sua carriera politica e non solo, infatti ci da una visione di una giovane donna che contribuì sia alla creazione della Costituzione sia all’emancipazione femminile, come ad esempio per quanto concerne il diritto di famiglia. Il volume, inoltre, oltre a ripercorrere la vita della Iotti, ci regala uno spaccato dell’Italia di quegli anni: da paese patriarcale a paese in continuo cambiamento, dall’emancipazione della donna nella politica fino a quella sessuale.
Prima presidente della Camera, durante la sua carriera, si interfacciò con molti esponenti della politica italiana, tra cui Togliatti e De Gasperi. La sua continua lotta politica in difesa delle donne la portò a far parte dell’UDI (Unione donne italiane) fino all’inserimento del divorzio nell’ordinamento giuridico. L’impegno politico, inoltre, la portò anche a essere una convinta europeista, rendendo le elezioni del parlamento a suffragio diretto. Non possiamo, infine, non ricordare il suo discorso d’insediamento alla Camera dei Deputati nel saggio di Grazia Pagnotta:
“Comprenderete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l’affermazione di una di loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita”.
Assunta Cecere