Neri Marcorè ci racconta Fabrizio De Andrè al Teatro Brancaccio
L’impossibilità di ascoltare ancora la voce di Fabrizio De Andrè e la possibilità di sentire oggi le sue canzoni attraverso altre voci come quella di Neri Marcorè che – anche stasera 10 maggio al Teatro Brancaccio di Roma – regalerà le parole di Faber con un arrangiamento diverso, ma emozionando e insinuando quel pizzico di nostalgica malinconia legata al ricordo di questo grande artista.
Ad accompagnare Neri Marcorè in questo evento – a cui il pubblico ha risposto numerosissimo – il Gnu Quartet (con Stefano Cabrera al violoncello, Roberto Izzo al violino, Raffaele Rebaudengo alla viola e Francesca Ripetti al flauto); una cornice musicale d’eccezione che si completa con Simone Talone alle percussioni, Domenico Mariorenzi alla chitarra e le voci di Flavia Barbacetto e Angelica Dettori.
Insieme a loro diventiamo vento e – spiriti solitari – arriviamo sul Supramonte, passando per Genova, Rimini, Napoli tra la gente e in mezzo agli ultimi, che De André abbracciava sempre delicatamente per dedicargli ora uno sguardo, ora una carezza o una parola di fratellanza e umanità.
Ed è lo stesso abbraccio che Neri Marcorè dà al pubblico del Brancaccio che lo ricambia con un caloroso e lungo applauso, con gli occhi lucidi e le labbra piegate, a creare un solco lungo il viso. Come una specie di sorriso.
Marianna Zito