“NEL NOSTRO PICCOLO” DI ALE E FRANZ AL TEATRO NUOVO DI MILANO
È uno spettacolo coraggioso, quello portato in scena da Ale e Franz, “Nel nostro piccolo”, in cui c’è tutto il dna più serioso del duo di comici milanesi. Il Teatro Nuovo di Milano in Piazza San Babila è gremito e Ale e Franz assolutamente padroni della scena. Sono degni di nota soprattutto gli affiatati e rapidi scambi di battute tra i loro personaggi surreali.
Uno spettacolo che ha il sapore di un omaggio a Milano e che mette l’accento sulle più famose opere di Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. Gag nei tempi e nello stile conosciuti al pubblico grazie a Zelig, talvolta un po’ troppo cupe, hanno un po’ diviso il pubblico tra chi ha scoperto il lato profondo dei due famosissimi personaggi e chi è rimasto un po’ deluso o, forse, semplicemente annoiato in alcuni punti. Dallo sketch di due gangster disorganizzati ai due vecchietti stralunati, fino ai dialoghi non-sense sulla loro storica panchina: Ale e Franz hanno scelto di raccontare gli ultimi, coloro i quali vivono per la strada i cui volti, proiettati in pompa magna, raccontano il passare del tempo per chi, nonostante delle scelte estreme, non molla ed è alla ricerca di un po’ di umanità. I perdenti, considerati molto coraggiosi, vengono raccontati ridendo. Scenografia minimal che ben si combina con una band e musica dal vivo, formata da Luigi Schiavone alla chitarra, Fabrizio Palermo al basso, Francesco Luppi alle tastiere e Marco Orsi alla batteria e diretti dal regista Alberto Ferrari. “La casa” di Sergio Endrigo, è il brano, sapientemente cantato dal duo, con cui il tutto ha inizio, “El purtava i scarp del tennis” e “Parlare con i limoni” di Jannacci con cui lo spettacolo finisce.
Ale e Franz hanno portato in scena una sensibilità artistica e umana rara confermata anche dal loro impegno verso i volontari di progetto Arca. Due ore senza intervallo in un two-men show in cui la comicità viene affiancata da momenti di riflessione sulla vita. Momenti divertenti sulla panchina con il bancario (Franz) e del cliente truffato (Ale) ma che, alla fine, grazie allo yoga, si convince che la banca abbia ragione. Uno spettacolo che sarà sicuramente piaciuto ai milanesi doc, perché la musica dal vivo ha conferito sicuramente ritmo e rimanda a una vita realmente vissuta.
Luigi Barbetta