“NATO POSTUMO” IL NUOVO MONOLOGO DI BRANDI AL TEATRO FRANCO PARENTI
Francesco Brandi torna con un nuovo lavoro “Nato Postumo”, un monologo, da lui scritto, diretto e interpretato, al Teatro Franco Parenti di Milano. Il pubblico entra direttamente in scena, nella casa di Gino il postino (con rima che diventa etichetta sociale del protagonista) e lo aspetta al termine della giornata di lavoro. La sala Treno Blu, pur essendo piccola, è perfetta per accogliere le pareti vive degli spettatori a completamento di quelle di cemento che costituiscono il monolocale del protagonista.
Quando Gino arriva porta con sè la sua bicicletta e compie gesti silenziosi quanto abitudinari per una vita solitaria e sempre uguale, quella che va a raccontare, con spontaneità, ironia e momenti struggenti. Gino vive in un paese in cui tutti si conoscono e tutti hanno un soprannome e la quotidianità la fa da padrona. Gino è imprigionato ma anche comodo in questo ciclo continuo di azioni, nonostante abbia bisogno di sfogarsi attraverso un vecchio apparecchio, vecchio come la figura del postino in bicicletta, vecchio come il suo nome, con cui registra i suoi pensieri e alcuni momenti importanti della sua vita.
Francesco Brandi delinea un personaggio per il quale non si può provare tenerezza e solidarietà, naturalmente ironico, anche nei momenti di tragicità, diretto e semplice, che si interroga sulla vita sua e di chi lo circonda: la sua colf straniera, il suo capo, l’amico Manuel soprannominato “Del Piero”, l’amore non corrisposto verso Martina, il padre con cui non parla, il ricordo della madre. Un monologo profondo in cui ognuno può ritrovare qualcosa di se stesso, in cui la stabilità non corrisponde a felicità, in cui i sogni sono rinchiusi in un baule in attesa di essere realizzati e condivisi. Un monologo che fa pensare e interrogare sulla vita, sul lavoro, sulle relazioni e sul bisogno d’amore e di essere ascoltati. Bellissima la colonna sonora, che Brandi stesso accende con un giradischi ad accompagnare Gino nel suo percorso e nel suo sentirsi “nato postumo” come il suo amico Del Piero, vivo in un mondo morto o forse morto in un mondo che segue un modo di vivere che non gli appartiene.
Da vedere, in scena fino al 18 novembre con la speranza che torni presto.
Roberta Usardi
Foto di Noemi Ardesi.