“Napoli Milionaria!”, quando l’opera e la commedia si incontrano
Siamo abituati ad associare l’opera lirica alle drammatiche atmosfere ottocentesche, ma cosa succede quando la vicenda è frutto del genio di un autore novecentesco come Eduardo De Filippo? Il Teatro Sociale di Como ha proposto la visione di uno spettacolo singolare, ambientato in una Napoli popolare e novecentesca, intitolata “Napoli Milionaria!”. La musica è di Nino Rota e il libretto è per l’appunto di Eduardo De Filippo, tratto da una sua omonima commedia.
La vicenda è ambientata nel 1942, in una Napoli afflitta dalla guerra. Gennaro Iovine (Mariano Buccin) è un tramviere disoccupato che vive in un’abitazione modesta con i figli Amedeo, Rosaria e la piccola Rituccia. L’unica fonte di reddito per la famiglia è data dai traffici illeciti della moglie Amalia (Clarissa Costanzo), che rivende i beni alimentari del mercato nero. Gennaro non approva la scelta, ma è costretto a tale stile di vita dalla fame e, per proteggere la famiglia, dovrà fingersi morto.
L’opera lirica ottocentesca è rivolta soprattutto ai nobili, sebbene anche i borghesi si recassero a teatro. Il melodramma in questione si rivolge invece ad una società novecentesca, caratterizzata da dinamiche differenti, perciò l’ambientazione è mutata radicalmente: in una società in cui domina la borghesia, la vicenda si svolge in un interno umile, e il linguaggio scelto da De Filippo è più moderno e popolare, infarcito di frasi in napoletano e di espressioni recitate, anziché parlate. Nonostante ciò, la struttura dello spettacolo e la musica non erano poi così lontani dal melodramma, anzi si potrebbe affermare che l’opera abbia un impianto tradizionale. È inoltre evidente il tributo al celebre autore di commedie napoletane; si potrebbe dunque affermare che l’opera è una tragicommedia, in quanto coesistono nella trama elementi tragici e comici che smascherano le complessità della vita e le contraddizioni della società. È altresì palese l’influenza del verismo, per il protagonismo del popolo e la predominanza di elementi appartenenti al quotidiano.
L’opera andò in scena per la prima volta nel 1977 a Spoleto, con la regia dello stesso Eduardo De Filippo. A distanza di quarantasei anni e in territorio comasco, il regista è Arturo Cirillo, che ha prediletto una messa in scena dinamica, in cui i singoli cantanti sono predominanti rispetto al coro e con una recitazione molto curata. Il direttore James Feddeck ha dovuto destreggiarsi con una partitura eclettica, caratterizzata dalla musica napoletana, dal jazz e dal musical, ed è riuscito a fondere in modo armonico queste varie influenze. La musica è anche diventata parte dello spettacolo, in quanto è stato realizzato un breve concerto sul palcoscenico, dal sapore meta teatrale, che ricorda molto il Don Giovanni di Mozart. Notevole anche l’omaggio a Madama Butterfly, i duetti e l’esplosione orchestrale nel momento in cui Gennaro si finge morto.
Napoli Millionaria! è uno spettacolo inusuale per la commistione di generi, a cui il pubblico meno esperto non è abituato, perciò per alcuni può avere un sapore straniante, ma è necessario accogliere anche ciò che è fuori dall’ordinario, perché l’arte è rinnovamento e creatività, dunque non bisogna necessariamente restare ancorati ai sapori ottocenteschi.
Valeria Vite, con il contributo di Erbert Morini