“Müchela, Iena” di Vincenzo Trama
Mirko fa ritorno nel paese dove ha vissuto la sua adolescenza, e che si è lasciato alle spalle, per partecipare al funerale di un caro amico, suo inseparabile compagno di scorribande dell’epoca. Mirko è cresciuto in un paese della periferia sud di Milano, diviso a metà tra la moderna zona nuova, cresciuta artificialmente e sfamata dall’emigrazione meridionale – a cui ha regalato l’illusione di una vita migliore e di un riscatto sociale – e la zona vecchia, patria dei nativi settentrionali residenti lì da generazioni. Nel romanzo l’illusione delle aspettative dei casermoni della zona nuova si scontra con la diffidenza e il razzismo delle piccole villette della zona vecchia, in un contrasto perenne che anima indifferentemente sia i ragazzi sia gli adulti.
La narrazione si dipana su un doppio piano temporale
La partecipazione al funerale è mescolata alle emozioni dirompenti suscitate dai ricordi che vengono a galla con forza, innescati dai volti familiari che il protagonista riconosce mentre assiste alla funzione funebre. L’adolescenza di Mirko è rievocata tra i ricordi delle scorrazzate spensierate in bici, delle partite allo Street Fighter emblema dei luoghi di aggregazione che erano le sale giochi, delle botte per strada, del film horror cult ‘It’ visto in età precoce, della imberbe sessualità alimentata da giornaletti e VHS porno. Mirko appartiene alla stirpe degli ultimi superstiti della generazione X, privi di internet, delle app e degli ingombranti social media pronti a immortalare ogni momento.
“Siamo foto viventi destinate a ingiallirsi nel corso di un paio di estati, volti sfocati che non sapremo più identificare, nomi incerti, ricordi confusi. Siamo una generazione senza database, capaci di vivere solo il presente, il remoto per noi è parte di un tempo composto studiato male”.
I ricordi del protagonista sono scampoli di vita che sfuggono, che sbiadisono al sole ma vissuti pienamente, con la foga della giovinezza, come se null’altro avesse importanza.
“A quell’età non esistono mesi ma ere geologiche che si camuffano in giorni”.
Integrazione e diversità
Sullo sfondo l’autore tratta il tema della diversità e dell’integrazione, con la leggerezza e l’ironia dei ragazzi. Una contrapposizione che è anche figlia di quel disagio adolescenziale non necessariamente legato alla famiglia di origine, alla condizione economica e sociale ma al bisogno innato di trovare il proprio posto nel mondo, la propria dimensione.
“Non ce l’hanno con te, Mirko. È tutto già deciso. Bisogna sempre avere qualcuno da odiare, per sentirsi meno inadeguati o per giustificare le nostre miserie, i nostri fallimenti”.
Una condizione che sembra ancora più insormontabile quando si è adolescenti e che è comune a tutti e due gli schieramenti che si trovano dalle due parti opposte della barricata, fino a renderli uguali.
“Figli di ceppo garibaldino come me, bombardati dagli americani e stuprati dai nazisti come me, tifosi come me di quel tricolore che negli occhi di Schillaci aveva tinte epiche, consumatori di bici e gomme da masticare come me, eppure diversi”.
L’autore
“Müchela, Iena” (Edizioni Spartaco, Collana Dissensi, pp. 176, euro 12), di Vincenzo Trama, è un romanzo di formazione che ci catapulta con violenza nei ricordi dell’adolescenza, in particolare di coloro che l’hanno vissuta negli anni ’90. Rimanda alla chiosa del film cult ‘Stand by me’:
“I never had any friends later on like the ones I had when I was twelve. Jesus, does anyone?”
È un’ode a quell’età dorata, seppur a volte problematica, vissuta con voracità e alla quale spesso in età adulta guardiamo indietro con nostalgia:
“Oggi è solo un completo sgualcito e incolore: ma chi, da adulto, non lo è?”
Domenico Lauria