Mozez è tornato con il nuovo singolo “Looking at me” – L’intervista
“Looking at me” è il nuovo singolo di Mozez uscito lo scorso 29 giugno per la sua etichetta Numen Records. Il brano è stato scritto da Mozez con Ben Barson e Tony White con la partecipazione di Hamlet Luton al basso e Chris Dawkins alla chitarra. Il singolo anticipa il nuovo album dal titolo “Lights on”. Mozez ha iniziato la sua carriera musicale nel 1987 in Giamaica, sua terra d’origine, cantando in un gruppo gospel; nel 2006 esce il suo primo album da solista, dal titolo “So still” e nel 2015 il secondo album intitolato “Wings”. Abbiamo fatto qualche domanda a Mozez per saperne di più sul nuovo singolo e l’album in uscita a breve.
Ciao Mozez, grazie per la tua disponibilità. “Looking at me” è il tuo nuovo singolo, quando l’hai scritto e quando hai scritto le canzoni del nuovo album?
Ho iniziato a scrivere l’album nel 2016, “Lights On” in particolare nel 2018.
In “Looking at me” chiedi nel ritornello “what do you see” (“che cosa vedi”) a chi ti sta guardando, cosa ti aspetti che l’altra persona veda?
La canzone si rivolge non necessariamente allo sguardo su di me o su di una qualsiasi persona, ma piuttosto al modo in cui ci si giudica a vicenda, quale impressione si lascia, come si giudica una persona in base all’aspetto, peso, razza, religione, background, ecc. .
Stai per pubblicare il tuo nuovo album “Lights on”, puoi anticipare qualcosa?
“Lights On” è una valutazione del tempo in cui viviamo e di come, in alcuni casi, reagiamo alle molteplici situazioni che stiamo affrontando al momento. Parla di amore, odio, guerra, pace, religione, verità ecc.
Il 2020 è un anno molto complicato, come è ora la situazione nel Regno Unito? Come pensi possa cambiare il mondo musicale e i concerti dal vivo?
Secondo me ricorderemo tutti quest’anno come l’anno in cui le nostre vite sono cambiate radicalmente. Non c’è alcuna differenza sostanziale tra ciò che sta accadendo nel Regno Unito e qui in Italia. Penso che la reazione collettiva come popolo determinerà ciò che ne sarà di noi. Per quanto riguarda la musica, dovremo trovare modi diversi tra di noi di comunicare la musica. La verità è che ancora prima del virus i luoghi di incontro erano stati insolitamente chiusi mentre i governi rendevano più ardua la’aggregazione delle persone. Le esibizioni dal vivo sono già cambiate, penso che la questione ora sia come reagiremo a tale livello di cambiamento.
Quali sono i tuoi prossimi progetti, farai uscire un altro singolo e video prima dell’album?
Il secondo singolo è in preparazione e dovrebbe uscire tra poco, ma prima ancora usciranno i singoli di Mari e Freetown, due artisti della mia etichetta Numen Records.
Hai iniziato a cantare in un gruppo gospel nella tua terra d’origine, la Giamaica, come mai ti sei trasferito nel Regno Unito e quando hai scoperto che la musica era la tua vocazione?
Come parte del gruppo Channel of Praise venimmo inviatati in tour nel Regno Unito. La cosa si ripeté per diversi anni, al termine dei quali decisi di frequentare un corso di Teologia. Dopo aver studiato nel Regno Unito venni invitato a far parte di un gruppo, gli Spirits. Dopo così tanto tempo ho pensato fosse meglio per me restare invece di tornare. Non c’è stato un momento particolare che mi abbia portato a diventare un musicista. È successo e basta, da cosa è nata cosa ed è naturalmente diventato il mio percorso.
Roberta Usardi
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