Morte e rinascita nel nuovo romanzo di Silvana Turchi
La casa editrice indipendente L’erudita ha pubblicato il nuovo romanzo di Silvana Turchi, costumista cinematografica e teatrale, “A 1000 km dai ricordi” (pp. 192, euro 22). Ne è protagonista una pittrice francese, Rachele, che è alle prese con uno dei dolori più grandi, la perdita dell’amato marito.
“Aver perso Jacques, grande amore della mia vita, mi faceva sentire un uccello sperduto che si aggira in un luogo non suo. Non riconoscevo più nulla.”
Il senso di smarrimento e la perdita dei punti di riferimento di una vita costruita assieme, la portano alla fuga da casa. I figli, oramai grandi, divengono tutto ad un tratto consapevoli del dolore della madre e iniziano le ricerche. Il viaggio della protagonista non è solo verso l’Italia, Roma, ma è soprattutto dentro se stessa, un rifiuto totale della realtà che la porta a farsi accogliere dagli ultimi della società, i senza fissa dimora. Non avere più nulla, non essere riconosciuta, non comprendere la lingua, non avere punti di riferimento: un oblio totale, un lasciarsi scivolare senza pensare a nulla, un congelamento di un dolore che trafigge. Lo smarrimento rimbalza sui figli che ora, in parallelo, trovano novità nella loro vita e cercano di ricostruire tracce della storia di famiglia.
Rachele fa l’ingresso in nuova dimensione per attutire il sentimento della perdita.
“Avevo superato il confine del mondo conosciuto e stranamente il dolore sembrava svanito.”
Iniziare una nuova seppure fragile vita tra donne e uomini che non hanno legami e vivono al margine, le permette di sopravvivere, in un’estraneità che le concede la libertà di non essere giudicata. Diventa una sorta di fantasma, per se stessa e per gli altri, una scissione tra ciò che era e ciò che è diventata. L’arte dei libri e della pittura è una chiave di salvezza in un romanzo che, con leggerezza e semplicità, racconta poeticamente la storia di un lutto che diviene rinascita.
Silvia Paganini