“Misantropo” alla Pergola di Firenze
La squadra vincente costituita da Giulio Scarpati nei panni di Alceste, Valeria Solarino in quelli di Célimène, guidati dalla sapiente regia di Nora Venturini, ha portato in scena al Teatro della Pergola di Firenze “Misantropo” di Molière, commedia classica francese dai toni tragici e contemporanei.
La storia d’amore tra Alceste e Célimène è evidentemente destinata a non decollare. Alceste è un personaggio che incarna le contraddizioni e il paradosso: è un uomo rigido, sinceramente scandalizzato dalle meschinità e frivolezze del suo tempo che, tuttavia, ama con tutto se stesso una dama bella e seducente che vive di mondanità e vacuità. È logorato da questi sentimenti opposti, tanto che la sua tragica indignazione e la veemenza con cui affronta le discussioni sfociano spesso nella comicità e nel riso generale. Anche Célimène risulta un personaggio ambiguo, incapace di rinunciare al “mondo” per seguire l’amore ed evidentemente afflitta dalla consapevolezza di non essere amata per la donna che è. Il dramma sentimentale degli opposti che si attraggono, nella consapevolezza di non poter cambiare la persona amata e allo stesso tempo di non saper accettare i limiti dell’altro, risulta moderno e attuale. Lo spettatore si immedesima nell’uno o nell’altro, nel tradito o nel traditore, e allo stesso tempo prova simpatia per entrambi, nella consapevolezza di un finale non certo roseo.
Da sfondo al dramma amoroso vi è poi la satira della società francese del tempo, in cui hanno la meglio gli adulatori e i falsi, la giustizia è sempre dalla parte dei potenti e, come insegna il saggio Filinto, per sopravvivere bisogna adeguarsi alla realtà scendendo spesso a compromessi. La serie di “tipi” umani che popola la scena, dai giovani aristocratici frivoli e viziosi, alla dama moralista e bigotta, non è altro che uno specchio dei vizi e virtù della società di tutti i tempi. A rendere ancora più moderna la tragi-commedia di Molière le musiche contemporanee e l’esilarante esibizione di danza accompagnata da musica psichedelica dei due giovani rampolli dell’alta società.
Il risultato è uno spettacolo di impatto che sa parlare al pubblico moderno ed è capace di far sorridere, lasciando l’amaro in bocca. Molière abbandona la piattezza dei personaggi che popolano i testi di satira per parlare dell’animo umano, a tutto tondo. Probabilmente è per questo che il testo ha tanto da dire ancora oggi.
Ilaria Francolino