MIAMI BLUES di Charles Willeford
Freddie Frenger, detto Junior è appena uscito dal carcere di San Quentin ed è in viaggio su un aereo in direzione Miami. Ha con sé documenti e carte di credito per arrivare in città e assumere diverse identità. È uno piscopatico, un pluriomicida ed è parecchio intollerante. Talmente intollerante che appena un Hare Krishna mendicante gli si avvicina per domandare denaro non ci pensa due volte: gli rivolta e spezza un dito facendolo cadere a terra sotto lo sguardo dei passanti increduli.
Susan ha vent’anni ed è costretta a prostituirsi. Tra un cliente e l’altro frequenta la Miami Dade dove studia contabilità sognando di aprire un Burger King con il fratello.
Hoke Moseley vive in una putrida stanza all’Eldorado Hotel di Miami, è un detective squattrinato e depresso. Una mattina si sveglia in ospedale, completamente tumefatto, vittima di un’aggressione. Inevitabilmente inizia ad analizzare i casi degli ultimi anni cercando di identificare chi può averlo ridotto in quello stato. Chi può detestarlo talmente tanto da avergli sottratto, oltre alla pistola e al distintivo, la sua dentiera?!
Le vite di questi tre personaggi si intrecceranno dando luogo ad un romanzo criminale dai contorni torbidi e con pochi giri di parole. Il linguaggio è lucido e spietato, la lettura è scorrevole e avvincente.
I protagonisti sono reduci da esperienze significative che li hanno profondamente segnati e che hanno determinato il loro carattere. Sullo sfondo una città pericolosa e criminale, Miami, dove i reati e la violenza fanno parte della quotidianità.
Un thriller che tiene con il fiato sospeso fino alla fine. Da leggere.
Aurora Andersen