“Mia” – Lo splendido romanzo di Eugenia Romanelli
Non è facile parlare di “Mia” (Castelvecchi Editore, pp. 233, euro 17,50) nuova prova narrativa di Eugenia Romanelli, scrittrice e giornalista fiorentina. Non è facile perché sforzarsi a raccontarne il contenuto potrebbe essere controproducente. Non è facile perché questa storia ha mille sfaccettature: è cronaca, è politica, è trattato sociologico. Sì, perché “Mia” affronta, con garbo e signorilità non comuni, il difficile tema della omogenitorialità, l’esistenza di una bimba sospesa tra due madri, che si ritrova al centro di una storia che intreccia sospetti, traumi, paure con cui si fanno i conti per un’intera vita.
Bellissima e ricca, quattro anni. Mia è figlia di Anna e Valentine, poi c’è Xavier che arriva da Malaga dove ha lasciato il lavoro e una moglie che continua a cercarlo perché con lui condivide qualcosa di più che gli anni di una vita. L’ammiratore segreto appare subito fin dalla prima pagina, fotografa la bambina, cerca in tutti i modi di avvicinarla e riesce a stringere con lei un sincero rapporto di complicità.
Quattro anni di infantili debolezze, di disagio che manifesta balbettando: “Mia” è tutto questo è altro, molto altro. Continue sorprese che il lettore troverà in ogni pagina, come trappole, a volte come inganni, a volte come traccia per un divenire diverso, per una suspense senza scampo, perché questo libro è anche un thriller intelligente che plasma i protagonisti e li trasforma in eroi, ognuno con una sua dignità, una sua storia, una sua verità.
Francesco De Masi