“Mascherina” è il nuovo singolo del gruppo emiliano LeFragole – L’intervista
Lo scorso 15 maggio è uscito “Mascherina”, il nuovo singolo della band emiliana LeFragole, composto durante il periodo di lockdown. LeFragole è un duo musicale di cantastorie che mescola il cantautorato pop-rock alla messa in scena teatrale; la formazione comprende Marco Tascone (voce e chitarra) e Carlo Alberto Montori (percussioni, effetti e rumori, cori e teatro). Li abbiamo intervistati per andare più a fondo nella loro musica.
“Mascherina” è un brano che rappresenta molto bene, a mio parere, il punto centrale del 2020: il distanziamento sociale che esclude gesti di affetto ravvicinati e il dover fare memoria dei visi e dei sorrisi delle persone care. Come è stata la vostra esperienza nel periodo di lockdown?
È stato un brano nato a distanza durante la quarantena, anche se a distanza ridotta, visto che tra le nostre case ci separano qualche centinaia di metri. Non volevamo fare l’ennesima canzone sul Coronavirus, ma abbiamo immaginato come sarebbero mutati i rapporti interpersonali e sentimentali una volta tornati in libertà. La mascherina che limita il contagio purtroppo è anche una barriera che ostacola la nostra comunicazione, verbale e non (un sorriso, un bacio); abbiamo quindi provato a riflettere su queste nuove modalità di interazione a cui dovremo abituarci nei prossimi mesi. Carlo Alberto ha avuto l’idea e ha trovato qualche immagine, poche frasi, che ha inviato a Marco come suggestione per comporre l’intero brano. Per il resto abbiamo aspettato, abbiamo raccolto le idee per eventuali iniziative future e ne abbiamo approfittato per limare ulteriormente il nuovo album che in realtà avremmo dovuto registrare in studio proprio nelle settimane del lockdown.
“Mascherina” ha avuto anche un importante scopo sociale: raccogliere fondi per l’acquisto di mascherine per l’associazione Officine Buone, in un momento in cui era difficilissimo trovarle in commercio; come sta andando la raccolta?
In realtà non ha avuto i risultati sperati, ma come ci è stato spiegato dai responsabili dell’associazione è un periodo difficile: un po’ per le disponibilità economiche delle persone, un po’ perché in questo periodo si sono (giustamente) moltiplicate le iniziative di solidarietà. Ci piacerebbe che molti artisti continuino a dedicarsi a simili operazioni anche in futuro, quando si potrà tornare a fare spettacoli dal vivo, e non solo quando non ci sono alternative per andare in scena.
Come nascono LeFragole come duo e come nome?
LeFragole nascono più di 10 anni fa, è un progetto ideato da Marco che nel corso del tempo ha cambiato molte volte forma e dimensioni: siamo passati dalla “tipica” band pop-rock di 3-4 elementi, a una formazione con una decina di componenti (con addirittura fiati, archi, e un’arpa). Da quando 5 anni fa Carlo Alberto è entrato nel gruppo ci siamo stabilizzati in questa formazione a due, che ci permette di muoverci in maniera più agile e si concentra maggiormente su quello che vogliamo raccontare, siamo entrambi cantastorie. Il nostro primo album (anzi, in realtà una trilogia, visto che esistono i vol. 1-2-3) si intitola “La piccola enciclopedia del bosco”, quindi i brani erano come frutti da cercare, perdendosi dentro sé stessi per un’introspezione personale, senza però mai prendersi troppo sul serio. C’è anche un richiamo alla musica anni ’60 (“Strawberry Fields Forever”) …e poi speriamo che una nostra canzone tiri l’altra!
Sulla vostra pagina Facebook ho visto le iniziative “Coperta in musica”, “Casa Fragole” e “Porte in Musica”, potete spiegare di cosa si tratta?
Casa Fragole è una rubrica mensile, un video-blog in cui raccontiamo ai nostri fan cosa bolle in pentola, riassumendo un po’ quello che è successo nelle settimane precedenti e annunciamo eventi, concerti o canzoni che pubblicheremo nelle settimane successive. Porte in Musica è stato un ciclo di 12 video, uno al mese, realizzati suonando live davanti alle 12 porte che ci sono sui viali di Bologna. Mentre stavamo lavorando al nuovo album, per fornire qualche contenuto social ai nostri fan, abbiamo pescato qualche nostra canzone rimasta in fondo al cassetto che probabilmente non sarebbe mai stata incisa in studio, e abbiamo deciso di proporla in questo assetto da buskers. Coperte in Musica invece sono 12 cover (abbiamo giocato con la traduzione letterale “coperte”), 12 canzoni di altri artisti che abbiamo deciso di reinterpretare a modo nostro, con un arrangiamento in linea con le sonorità fragolose dei nostri brani.
“Mascherina” anticipa altre imminenti uscite? Quali sono i vostri progetti?
“Mascherina” in realtà è stato un fuori programma, scaturito ovviamente dalla pandemia, che ha in qualche modo sostituito il lancio del nostro nuovo album; doveva uscire proprio a maggio, il mese delle fragole, ma c’è stato un inevitabile stop. Si intitolerà “Le strade”, perché il filo conduttore di tutti i brani è l’incontro, le relazioni che si intraprendono nella vita. Le strade a volte uniscono, a volte dividono, altre ancora ti mettono di fronte a percorsi imprevisti… Avevamo già deciso e concluso tutto a inizio 2020, ma riascoltando i vari brani in questo momento ci sembrano avere un messaggio ancora più potente, dopo aver condiviso quest’esperienza che ci ha costretto a stare per mesi lontani dalle persone care e dalla possibilità di fare nuovi incontri.
Avete alle spalle 11 anni di carriera, qual è stato per voi, fino ad ora, il ricordo più memorabile?
Bè, i momenti sono tanti. Forse un piccolo ricordo che ci emoziona ancora oggi è legato alla canzone “2 agosto ’80”, che ha incontrato l’apprezzamento dell’Associazione Familiari delle Vittime. L’abbiamo suonata in diversi concerti e all’interno del nostro spettacolo “Bologna FM”, esibendoci anche nella sala d’attesa della Stazione Centrale di Bologna. La canzone è una storia immaginata legata a una persona che potrebbe aver perso la vita nella strage del 2 agosto. Alla fine di un concerto ci hanno avvicinato dei parenti di una delle vittime, raccontandoci che quella storia che avevamo inventato in realtà era successa realmente.
Con chi vi piacerebbe condividere il palco oggi?
Bè, Marco sarebbe disposto a tutto per un duetto con Paul McCartney. Non sappiamo però se il sentimento è reciproco. A Carlo Alberto invece piacerebbe esibirsi con Simone Cristicchi che ha intrapreso un percorso interessante, partendo dalla discografia per poi arrivare al teatro canzone, qualcosa di simile a quello che stiamo tentando noi.
Qual è il vostro punto di vista sulla situazione musicale presente?
Purtroppo in questo momento il settore musicale ha subito una bella batosta: già da diversi anni le band e i cantautori non guadagnavano più dalla vendita degli album, ma quasi esclusivamente dai concerti live. Ora che questi saranno limitati, ancora non sappiamo per quanto, rischiano inevitabilmente di sopravvivere i “grandi nomi” già noti. Vi invitiamo quindi a guardarvi attorno con curiosità per cercare qualche artista emergente in grado di sorprendervi… in questo momento ce n’è più bisogno che mai! Noi aspettiamo il momento in cui potremo tornare a suonare, magari in una piazza di un festival buskers pieno di pubblico colorato che finalmente può tornare a fare festa. Nel frattempo però ci stiamo inventando qualche altro modo per raggiungere il nostro pubblico, tra serenate sotto il balcone e concerti a passeggio per la città, LeFragole non hanno intenzione di fermarsi!
Roberta Usardi
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