“Made in Ilva”: la compagnia Instabili Vaganti a Milano al Pacta
Oltre 200 repliche in più di 15 paesi, tradotto in tre lingue. Un enorme successo che continua nel suo percorso di diffusione. Si tratta di “Made in Ilva”, uno spettacolo potente ed emozionante, portato in scena dalla compagnia Instabili Vaganti, in scena fino al 26 marzo a Milano presso Pacta Salone di via Ulisse Dini. Una drammaturgia originale, che mette in risalto la vita degli operai dell’Ilva di Taranto, la più grande acciaieria d’Europa, dopo aver ascoltato svariate testimonianze, arricchita da testi originali e da frammenti poetici tratti dall’opera di Luigi Di Ruscio e Peter Schneider. A tutto ciò si aggiunge la composizione musicale originale di Riccardo Manni, e i canti originali di Anna Dora Dorno, che contribuiscono in modo fondamentale a una performance scenica ancora più incisiva.
“C’era una volta, in un paese molto lontano da qui, una città in cui si producevano nuvole…”
È così che inizia lo spettacolo, con queste parole, esaltate dall’accompagnamento del pianoforte con un giro armonico soave, sembra l’incipit di una favola, e a poco a poco la voce vellutata di Anna Dora Dorno si fa canto, cullando i movimenti di Nicola Pianzola, che così fa il suo ingresso sulla scena. Li guida, li ispira, fino a diventare qualcosa di più, un’esortazione, un incitamento, un ordine: “Lavora, crea, produci, agisci!”. Quel canto si evolve, aumenta di ritmo, di intenzione, fino all’esasperazione, perché in quella città in cui si producevano nuvole, la gente era succube di quelle azioni, coinvolta in un ciclo perpetuo, perché “la produzione non si può fermare”, perché è più importante di qualsiasi altra cosa, perché non ci sono altre alternative per poter lavorare, perché è l’unico modo per sopravvivere.
Nicola Pianzola compie una grande prova fisica e interpretativa: davanti agli occhi degli spettatori rappresenta la vita vera degli operai dell’Ilva, la dura resistenza di quegli uomini che per anni hanno modellato la propria vita sugli orari di lavoro, sin dalle prime ore del mattino, spinti dalla necessità, nonostante fosse un incubo che si riproponeva ogni notte, infestando la mente con domande scomode.
Anna Dora Dorno, originaria della zona interessata dal caso Ilva, ha curato la regia di questo spettacolo, ma, come già menzionato, ne fa anche parte, dando un contributo preziosissimo e perfettamente incastrato con la straordinaria performance di Nicola Pianzola che, con la sua capacità fisica e attoriale, raggiunge il cuore di chi ascolta, attraverso la tensione dei muscoli, i movimenti intensi, le parole e le domande che pone direttamente al pubblico, quelle che ognuno prima o poi nella vita si trova ad affrontare. Sentire in modo così diretto queste domande porta automaticamente lo spettatore a pensare, anche solo per un momento, alle risposte.
“Che sogni sono i vostri?
Di notte davvero voi siete felici?”
Il sottotitolo di questo incredibile spettacolo è “The Contemporary Hermit”, ovvero “l’eremita contemporaneo”. In scena si vede bene che tale eremita si chiude in se stesso e invece di salvarsi, si condanna definitivamente. Ciononostante, la performance concede uno spiraglio di luce, un ritorno alla soavità, alla melodia, a quella favola che favola non è: we do not forget.
Uno scroscio di applausi attende gli Instabili Vaganti, e non potrebbe essere altrimenti, perché hanno portato gli spettatori insieme a loro a compiere un processo di liberazione, passando attraverso tutti gli stadi necessari per uscire da quel cerchio che blocca il futuro.
Roberta Usardi
Fotografia di A. Phillipson