L’UTOPIA DE “GLI UCCELLI” DI ARISTOFANE AL TEATRO MENOTTI DI MILANO
Volere volare, ma le ali da sole non bastano.
“Gli Uccelli”, una delle più famose commedie di Aristofane se non la più famosa, ci racconta prima di tutto della ricerca dell’uomo di utopia, cioè di un luogo “perfetto” dove vivere serenamente e in pace.
È questo che cercano Pisetero ed Evelpide quando, delusi dalla loro città e dai suoi abitanti e governanti, decidono di cercarne, anzi addirittura di crearne un’altra nel cielo con l’aiuto di Upupa e degli uccelli, dichiarando addirittura guerra agli dei e facendo degli uccelli stessi divinità adorate dagli uomini. Nubicuculia, però, si dimostra ben presto essere un regno in cui la sete di potere e tutto il malaffare da cui Pisetero ed Evelpide dicevano di voler fuggire torna a proporsi, rivelando così la loro reale natura (umanissima, purtroppo!).
Emilio Russo, che oltre all’adattamento cura anche la regia di questi “Uccelli”, attualizza i temi della commedia Aristofane in chiave pop avvalendosi di un ottimo cast composto da attori molto giovani (Nicolas Errico, Ludovico Fededegni, Claudio Pellegrini, Claudio Pellerito, Giulia Perosa, Giuditta Costantini, Maria Vittoria Scarlattei, e Chiara Serangeli), delle efficaci musiche dal vivo di Dimitri Kotsiouros, Marta Pistocchi e Roberto Romagnoli e soprattutto della notevolissima voce di Camilla Barbarito, che caratterizza e segna con la sua presenza i momenti chiave dello spettacolo. Efficaci le ombre disegnate dalla Compagnia Controluce, esaltate dalla scena di Lucia Rho e dai bellissimi costumi di Pamela Aicardi, che attraverso le sue scelte ci trasporta in un “non luogo” fuori dal tempo e ricco di rimandi e citazioni che ci immergono in un mondo attuale e allo stesso tempo “universale”. Molto bella l’immagine conclusiva del matrimonio tra Pisetero e Regina, un apparente lieto fine “da favola” tanto gaudioso quanto amaro che ci ricorda che per volare davvero le ali da sole non bastano.
In scena fino al 3 febbraio al Teatro Menotti di Milano.
A.B.