“L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta” di Omar Friedlander
“L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta” (NNE editore, 2023, pp. 240, euro 18) è un libro fatto di racconti provenienti da uno dei luoghi simbolo del mondo, la Terrasanta. Santa e maledetta per ebrei, cattolici e musulmani, le cui vicende vengono narrate in undici racconti che parlano di vita vissuta, guerra, pace e sogni infranti. Racconti in cui la realtà spesso lascia spazio all’immaginazione, come quella dell’uomo che vendeva aria ai turisti semplicemente perché aria di Terrasanta.
È bello perdersi tra le pagine di questo volume, perché i racconti sono svincolati l’uno dall’altro, curiosi, interessanti e veicolano la storia tra presente e passato e risultano capaci di portare i lettori alla scoperta del mondo di Israele. Un mondo fatto di un’umanità trasversale in cui i sentimenti, i sogni e le virtù sono il trait d’union di un popolo composto da persone che si avvicendano dal passato fino ai giorni nostri per raccontarsi nel loro vivere quotidiano.
È un libro in cui il tempo si srotola dalla nascita dello Stato di Israele all’ultima Intifada. I personaggi vivono nella speranza, restano vivi, solcando la linea retta della vita senza esitazione alcuna. Personaggi come Salim, un ragazzo beduino che contrabbanda oggetti di prima necessità sul confine israelo-egiziano, come la donna che filma gli abusi e i soprusi dell’esercito israeliano presso un checkpoint, come quei ragazzini che girano con un vecchio furgoncino tra i monti della Galilea alla ricerca di roba vecchia, rappresentano quel microcosmo in costante movimento tra passato e presente alla costante ricerca di una nuova esistenza.
“L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta” è il libro di esordio di Omar Friedlander e se le premesse rispecchiano la bellezza della sua scrittura, sarà un piacere continuare a leggere l’autore in futuro.
Salvatore Di Noia