“L’uomo che oscurò il Re Sole”: la storia di Molière in scena al teatro Franco Parenti di Milano
“Il Malato Immaginario”, “Il Misantropo”, “Il Tartufo”, “L’avaro”, “La scuola delle mogli”: sono solo alcune delle pièce scritte da Molière, il famigerato autore teatrale francese vissuto in Francia nel 1600. Chi non conosce almeno una di queste opere, ancora oggi rappresentate in tutto il mondo? Tuttavia, meno conosciuta è forse la vita di chi le ha scritte: ci si immagina probabilmente un uomo geniale, che ha capito subito la sua strada e che ha mietuto successi sin dall’inizio. Ebbene, non è andata così… quindi, chi era Molière?
Per scoprirlo, una delle possibilità è recarsi al Teatro Franco Parenti di Milano, dove continua l’omaggio a Molière per celebrare i 400 anni dalla sua nascita, iniziato con “Il Malato Immaginario” a ottobre 2022. Fino al 23 aprile va ora in scena lo spettacolo “L’uomo che oscurò il Re Sole”, scritto e diretto da Francesco Niccolini, con Alessio Boni e Alessandro Quarta. La vita di Molière viene raccontata appassionatamente, e si apprende subito che non è stata facile e che il successo ha tardato un bel po’ prima di arrivare.
Sul palco della Sala Grande solo la luce di un candelabro rimane accesa, a cui dopo poco si aggiunge una musica melodiosa e soave, attraverso la voce di un violino, tra le sapienti mani di Alessandro Quarta, che entra in scena e da inizio alla rappresentazione.
Scomunicati!
Frivoli!
Osceni!
[…]
Con queste esclamazioni si entra nel vivo della società francese del 1600: sono gli attori l’oggetto di tali improperi. Tali artisti erano considerati all’epoca dei peccatori, in forte contrasto con il credo religioso. È in questo ambiente che nasce Jean-Baptiste Poquelin, figlio di un tappezziere, il futuro Molière. Umili origini quindi, destinato a portare avanti un lavoro tramandato di generazione in generazione, anche se il giovane Jean-Baptiste capisce piuttosto presto che desidera prendere un’altra strada: vuole diventare attore e scrivere per il teatro, nonostante la balbuzie. Inoltre, si innamora di una bella attrice dai capelli rossi, Madeleine, e fonda con lei una compagnia teatrale. Ma gli ostacoli sulla sua strada sarebbero stati tanti: chi avrebbe mai detto che Jean Baptiste volesse scrivere e interpretare tragedie, anche dopo numerosi tentativi falliti? E chi avrebbe mai detto che l’incontro con una compagnia Italiana, guidata da Tiberio Fiorilli, avrebbe avuto un’importanza sostanziale e l’avrebbe indirizzato verso la commedia?
Una storia vera, ma che, a distanza di secoli e raccontata a teatro, sembra una favola, pregna di amore, di ostinazione, ma soprattutto intrisa di un amore sconfinato verso il teatro, fino all’ultimo alito di vita. E, non dimentichiamo, la storia di un’amicizia: quella tra Jean-Baptiste, che nel 1643 assume lo pseudonimo Molière, e Re Luigi XIV, il Re Sole. E soprattutto la storia di colui che, con la propria passione, è riuscito a oscurare la luce di quel Re, ma solo per portarne una nuova e più luminosa sull’arte.
Alessio Boni ammalia con la sua interpretazione: ogni immagine è nitida e ogni personaggio caratterizzato quanto basta per emozionare chi lo ascolta e farlo immergere in un’epoca oramai lontana. Le musiche originali, composte appositamente da Alessandro Quarta, esaltano in modo vivido ogni parola, donando un’armoniosità suggestiva e in perfetta armonia con il testo. Violino, clavicembalo, pianoforte sostengono le fasi di una narrazione permeata da gioie e sventure.
Grandi applausi per i due artisti sul palco, meritatissimi, che hanno mostrato non solo la loro passione nel portare in scena questo spettacolo, ma anche la loro grande generosità.
Roberta Usardi