“L’ultima volta” di Doug Johnstone
Una storia avvincente, che tiene col fiato sospeso, quella raccontata nel romanzo di Doug Johnstone dal titolo “L’ultima volta” (CasaSirio, collana Riottosi, 2018, pp. 320, euro 16), un thriller davvero notevole.
Siamo a Edimburgo, luogo in cui vive un fotografo, Mark, insieme alla moglie Lauren e al figlio Nathan; Mark ha il compito di immortalare le balene pilota, che emergono troppo vicine alla costa, rischiando di spiaggiarsi e morire. Un compito non facile quello di impedire che ciò succeda. Un evento di certo rilevante, ma che fa sempre da sottofondo alla semplice vita di famiglia. Fino al giorno in cui Mark riceve una telefonata: la moglie non è andata a prendere il figlio di sei anni a scuola. Molto strano, questo pensa suo marito, e ancora più strano è il fatto che lei non risponda al cellulare e non si faccia viva in alcun modo. Scavando più a fondo, il narratore, onnisciente, svela che Lauren soffrì in passato di depressione post partum e che per quel motivo abbandonò la famiglia per 10 giorni. Si sta ripetendo la stessa cosa? Mark stenta a crederci, sembravano aver ritrovato equilibrio e sintonia, ma la situazione si rivela molto più complicata del previsto ed è Mark, con la sua testardaggine, ad agire, a volte anche in modo fin troppo violento, determinato a trovare la sua giustizia quando la polizia non sembra occuparsene a dovere. Ed è così che Mark si trova ad affrontare non solo il presente, ma anche i fantasmi e i segreti del passato.
Una scrittura fluida e sul filo del rasoio quella dello scrittore scozzese Doug Johnstone, che convince nella trama, seppur molto semplice, e nello sviluppo degli avvenimenti. Non mancano i colpi di scena e la risoluzione di buona parte dei misteri (in alcuni punti manca qualcosa, ma niente di imperdonabile). Un quadro interessante di una famiglia che viene scossa dalla scomparsa improvvisa di un componente e che, a poco a poco, scopre di dover lottare per ridistribuire l’equilibrio; un focus importante sui rapporti tra genitori e figli di diverse generazioni, sui legami profondi che comprendono sentimenti che passano dall’amore alla disperazione, dall’intolleranza alla possibilità, dalla rabbia furiosa alla rassegnazione.
Roberta Usardi