“LOVE LETTERS” AL TEATRO GARIBALDI DI MODICA
Al Teatro Garibaldi di Modica, è andato in scena, il 21 dicembre “Love letters” del drammaturgo A.R. Gurney, con Carla Cassola e Andrea Tidona, produzione Teatro della Città. Il sipario si apre con Carla Cassola e Andrea Tidona che interpretano Melissa e Andy, i due protagonisti della commedia, i quali attraverso una improvvisazione al pianoforte, introducono il pubblico – dell’affollatissimo teatro modicano – in una fitta e densa corrispondenza che intreccerà la vita degli stessi accompagnandoli in un finale senza ‘lieto fine’, come del resto lo è la vita stessa e lasciando il pubblico attonito, tra riflessione e stupore.
Protagonisti sono due bambini che instaurano un rapporto epistolare fatto di particolari, minuzie, umori, sentimenti che arriveranno dritti al cuore dello spettatore, grazie alla superba interpretazione degli attori. Love letters, come consuetudine amorosa o come musica da camera che stuzzica e sollecita l’immaginario dello spettatore quasi come in un programma radiofonico. Andy e Melissa, seduti l’uno accanto all’altra, in comode poltrone eleganti in stile inglese, non si guarderanno mai, leggeranno questo lungo carteggio con voci di bambini che si scambiano disegnini, riflessioni sulla natura e citazioni letterarie dal “Paradiso perduto” di Milton fino alle “Orazioni” di Cicerone contro Catilina “Per quanto ancora,o Catilina, abuserai della nostra pazienza?”. Così, Andy confesserà a Melissa il desiderio irrinunciabile di scriverle lunghe lettere, perché “solo scrivendo le cose acquistano una forma”. La vita di entrambi attraverso la scrittura disvelerà un, sia pur minimo, senso. Uno scambio letterario intervallato da un frizzantino sottofondo musicale che vede Andy, adulto, versare del whisky in un bicchiere mentre sul tavolo una pipa fumante lo aspetta e Melissa, che con le sue sottili dita si intinge il viso di una cipria rosa. Ci sono un uomo e una donna, che dopo essersi detto tanto attraverso bigliettini – schegge di sentimenti – al loro primo incontro fisico così auspicato, in una camera d’albergo, non riescono a liberarsi delle loro parole. “C’erano tutti, in quella camera, mio padre, mia madre, tua nonna seduta di fronte”, scrive così Andy a Melissa, e lei “è vero, c’erano tutti, ma mancavano l’altra me e l’altro te”.
È tenera e densa questa storia, e lo è ancora di più sul finale rivelatorio per i protagonisti che – pur essendo giunti a una età in cui l’amore, la passione non hanno più quel fulgore che contraddistingue la giovinezza – hanno conservato intatto quel momento in cui tutto è cominciato. Si sono rincorsi tutta la vita, Melissa e Andy, sfuggendosi vicendevolmente, a volte ritrovandosi in un rapporto di amore e odio ma certi di non poter fare a meno l’uno dell’altro, fino all’ultima lettera d’amore. Brillante e autorevole l’interpretazione degli attori che – grazie all’impegno profuso della Fondazione Teatro Garibaldi di Modica e della Sovrintendenza, nell’operare scelte di qualità – hanno fatto scoprire il valore di un testo e di uno spettacolo di spessore. Alla luce dei risvolti della narrazione che spinge ad andare oltre e a far riflettere sul doppio, sulla vita che non aspetta nessuno e che non deve rappresentare – per ogni essere umano – un appuntamento “mancato”, mi piace concludere con le parole di Cicerone “Fino a che punto, Catilina, approfitterai della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora la tua pazzia si farà beffe di noi?”
Giusi Bonomo