“L’ospite – Una questione privata”, di Oscar De Summa al Teatro i di Milano
Uno spettacolo dall’architettura semplice e dal sapore immediato “L’ospite – una questione privata”, scritto da Oscar De Summa e portato in scena da Ciro Masella, nella doppia veste di regista e attore, e da Aleksandros Memeta nel piccolo, ma molto accogliente, Teatro i nel mezzo della movida milanese.
La scena si apre con una serie di vestiti e piccoli elettrodomestici sparsi per terra. I due protagonisti partono con un dialogo, tra le rispettive “intenzioni”, un po’ lento e volutamente surreale. Una luce fioca illumina i loro volti e l’effetto eco dell’audio rende il dialogo ancora più tetro. L’utilizzo della luce è tra i protagonisti effettivi dello spettacolo.
La storia è semplice: un uomo sorprende un ladro in casa. Il profilo psicologico del proprietario dell’appartamento appare da subito complesso, in quanto vittima di una vita che non lo soddisfa anche se, di fatto, onesta. Una velata follia porta il proprietario di casa ad analizzare proprio il valore dell’onestà violata. Un valore che viene attribuito a tutti gli oggetti che vengono misurati a costo ore-uomo di lavoro necessario per acquistarli. Un incrocio “sbagliato” di due vite che urlano la propria fragilità e le differenti strade, addirittura opposte, che i due protagonisti hanno scelto per sconfiggerla. Un flusso di coscienza a due vie in cui vittima e carnefice si alternano e, a piacimento, infliggono cruento dolore ma sfoggiando il più grande sorriso. È una danza continua, in cui giusto e sbagliato si trovano sempre in un piatto diverso della bilancia. Un copione difficile, forte, cupo e in cui la follia prende il sopravvento sulla ragione, con un riferimento “ingiusto” al già discusso caso di Stefano Cucchi e ai confini tra difesa legittima e illegittima. Chi dovrebbe difenderci appare carnefice.
Il ladro è uno straniero. Uno stereotipo che avrebbe potuto essere sconfitto soprattutto nel 2019 in cui temi come l’accoglienza, le differenze di razza, di religione hanno un peso specifico particolare. Avrei preferito immaginare alcune scene, anziché vederle rappresentate così pedissequamente. La sensazione è che lo spettacolo sia nato più per far parlare e non per dare spazio a una serie di emozioni che, seppur inserite magistralmente, sono – al netto – davvero marginali. La recitazione è impeccabile e le scene assolutamente realistiche.
Andato in scena al Teatro i di Milano dal 5 al 10 giugno 2019.
Luigi Barbetta