“L’orrore e la bellezza. Storia di una storia” di Davide Cerullo
Davide Cerullo è nato nel 1974 nella periferia di Napoli. “Cresciuto nel quartiere della droga, dal fondo di prigione ha trovato il suo nome scritto nella Bibbia: Davide! Ha staccato di nascosto le pagine, le ha lette e da lì è cominciata una persona nuova” scrive di lui Erri De Luca.
E come tutte le storie di redenzione, anche la storia di Davide nel libro “L’orrore e la bellezza. Storia di una storia” (AnimaMundi Edizioni, 2021, pp. 224, euro 16) è una gran bella storia, da leggere, vivere e magari si, anche raccontare.
“Spesso, troppo spesso certi bambini sono talmente tagliati fuori da ogni universo globalmente buono, sano, dove viene loro, senza mezzi termini, formulata una frettolosa diagnosi di irrecuperabilità, e questo non avviene solo da parte di genitori assenti, inesistenti, o da insegnanti demotivati, ma anche, e forse soprattutto, da una politica irresponsabile che non si sogna proprio la gravità delle conseguenze di certe mancanze”.
Un’infanzia intrappolata negli ingranaggi che governano Scampia, dove la differenza tra il male e il bene è una sottile linea di demarcazione, la linea della disperazione.
La narrazione si articola in prima persona tra esperienze tragiche e violente: corriere della droga, spaccio, colpi di pistola, gambizzazione, voglia di vendetta, arresto, carcere e finalmente la redenzione.
Tanti scenari autobiografici e digressioni che urlano con una voce netta e decisa la forte condanna della condizione di degrado in cui versava la periferia nord di Napoli negli anni ’70 e ’80.
“La sola cosa che mi faceva sentire vivo, e in cui mi identificavo, era il senso di appartenenza che assorbivo dalla vita di strada, dagli esempi di persone adulte, criminali, al cui fascino di onnipotenza non riuscivo a sfuggire: mi piaceva proprio, ne ero pienamente catturato, sedotto”.
L’orrore e la bellezza è un romanzo tagliente, crudo e vero, che ti si infila sottopelle come una spina dolorosa. Sono pagine ardenti di una vita che a differenza di tante altre più o meno redente, può essere narrata. Ma questo libro è anche una storia di passione e tenerezza, che giunge negli animi più sensibili inondandoli di dolcezza e speranza.
Torna così alla memoria una frase di Tiziano Terzani in cui “La fine è il mio inizio”, interpretata sotto l’ottica della trasformazione di una vita da violenta a pacifica, vede l’autore tornare a Scampia, con un progetto rivolto a bambini e ragazzi, che punta a offrire loro strumenti con cui poter affrontare e cambiare la realtà in cui vivono attraverso la creatività. E dalle ceneri nasce così L’Albero delle storie Onlus, un’associazione di promozione sociale e culturale, uno spazio di gioco, studio e ascolto sorto all’ombra delle vele di Scampia per le bambine e i bambini del quartiere grazie a chi è riuscito a trasformare il suo vissuto in impegno concreto. Bravo Davide!
Salvatore Di Noia