“L’origine della specie” della scrittrice coreana Kim Bo-Young
“L’origine della specie” (ADD editore, pp. 316, euro 20) raccoglie una collezione dei più famosi racconti della scrittrice coreana Kim Bo-Young , specializzata in letteratura fantasy e scientifica.
Otto storie, con soggetti diversi, che raccontano di robot, di realtà virtuale, di esseri che cercano di sopravvivere a disastri di diversa natura e alle minacce della stessa evoluzione, senza mai tralasciare richiami al passato, ai miti, alle origini, all’origine della specie.
“Si dice che l’essere umano non potrà mai costruire una macchina del tempo, neanche in un lontano futuro. La prova risiede nel fatto che non ci fossero schiere di turisti muniti di macchine fotografiche quando Gesù” fu crocifisso sul Golgota, ne quando Budda meditava davanti all’albero del Bodhi e né tantomeno quando Maometto ricevette la prima rivelazione dinanzi la caverna del monte Hira.”
L’autrice, con la sua abilità narrativa, offre una varietà di storie che spaziano tra temi più classici e innovativi all’interno del genere da lei prediletto.
Ogni racconto è una finestra aperta verso realtà alternative, è una sfida ai confini del possibile e affronta questioni etiche e scientifiche in modo coinvolgente. La varietà di ambientazioni spaziali, tecnologie futuristiche e i personaggi complessi creano un quadro ricco di immagini, ma anche di riflessioni. La scrittura ha la capacità di mantenere un ritmo coinvolgente rendendo il libro adatto sia ai lettori appassionati di fantascienza sia a coloro che si avvicinano al genere per la prima volta.
“Ivan era un modello 21. Aveva due lunghe braccia terminanti con delle pinze, che potevano essere ripiegate e custodite all’interno del corpo cilindrico…
… Kay essendo un modello 1029, aveva due cifre in più di Ivan. Essere designati con un numero a quattro cifre non voleva dire essere migliori di un modello a due o a tre cifre. Anzi, era l’esatto opposto (una contraddizione che i filosofi non riuscivano a giustificare)”
La forza principale di Kim Bo-Young risiede nella capacità di intrecciare trame futuristiche con riflessioni sulla natura umana e sul destino dell’universo che possono richiamare al lettore appassionato ambientazioni cinematografiche o televisive legate al genere fantasy-scientifico.
Annalisa Coletta