L’orgoglio meridionale di “Original Terron” nel nuovo singolo dei Tarantola – Intervista a Mauro Lacandia
“Original Terron” è il nuovo singolo dei Tarantola che anticipa la pubblicazione dell’album One Blood previsto per il prossimo autunno. A questo proposito abbiamo incontrato Mauro Lacandia, fondatore della band, che ci ha raccontato di questo nuovo brano e ci ha dato qualche anticipazione sull’album di prossima uscita.
“Original Terron” è il nuovo singolo dei Tarantola feat. Sabaman, come è nato questo brano?
“Original Terron” nasce da un incontro del tutto inaspettato. Una sera infatti vengo invitato da una mia amica ad una serata organizzata da una community di italiani e lì incontro Stefano Russo /Sabaman e scopro che anche lui è salentino come me ed ha gli stessi miei gusti musicali. Quella sera l’ho visto sul palco improvvisare rime velocissime in dialetto salentino che hanno smosso qualcosa dentro di me. Da lì a poco ho chiesto a Stefano se potevamo incontrarci, e dopo qualche ora eravamo in studio a lavorare su nuovi pezzi. Da subito c’è stata sintonia anche perché siamo molto simili ed abbiamo un bagaglio culturale che ci accomuna. Il mese successivo ci siamo trovati a cantare per la primo volta “Original Terron” davanti ad un pubblico e li abbiamo capito che la canzone piaceva anche perché era una sorta di inno per tutti coloro che, come noi, avevano lasciato la loro terra d’origine per questioni lavorative e si erano trasferiti in altri stati per inseguire i propri sogni.
Quali sono, a tuo parere, le differenze tra fare musica in Inghilterra o farlo in Italia?
In maniera molto onesta, a Londra la musica è considerata una professione molto seria. Se sei un musicista vieni trattato con rispetto e gentilezza. Non è, ovviamente, tutto perfetto, alcune volte si possono incontrare persone false e un errore può costarti caro. C’è tantissima competizione e nessuno è indispensabile. Questo porta le persone ad avere un atteggiamento più umile, mentre in altri luoghi, dove i soliti ricoprono ruoli di potere, si crea un sistema malsano che agevola le realtà già affermate a discapito di realtà più sconosciute. Anche se, anche in Inghilterra, si comincia ad avvertire una leggera crisi nel settore musicale.
Con i Tarantola state lavorando al nuovo album One Blood previsto per il prossimo autunno, vuoi darci qualche piccola anticipazione?
“Original Terron” è il primo di una serie di singoli che vedranno la luce in questi mesi e che sveleranno, poco alla volta, quello che sarà One Blood. Un album dove ho voluto sperimentare e scoprire diverse sonorità reggae, dancehall, dub, roots e anche modern reggae. Lo stile di songwriting rimane quello solito dei Tarantola: ogni canzone ha come obbiettivo principale di unire le persone e facilitare le relazioni. Nell’album ci saranno diverse collaborazioni che non posso ancora svelare. Questo nuovo lavoro lo definisco eclettico, infatti esplora suoni e forme diverse della musica reggae. Una raccolta di brani che celebrano la diversità culturale, l’unità e la connessione umana, con la partecipazione di artisti emergenti internazionali e numerosi musicisti di talento a livello mondiale. “One Blood” è un invito a rimanere uniti senza mai perdere la scintilla e il fuoco che ci tiene vivi e connessi! Se riconosciamo le nostre somiglianze diminuisce il desiderio di farci la guerra. Attraverso la fusione di stili e culture differenti, l’album cerca di condurre in un viaggio musicale che promuove l’unità, celebra la diversità e mostra la bellezza dello scambio culturale.
In Italia è sempre più difficile per le band ancora non molto conosciute fare dei tour, com’è la situazione a Londra ?
Sicuramente il Covid ha peggiorato la situazione della musica live. Se prima i concerti e gli eventi erano sempre pieni di gente ora lo sono molto meno. Se a questo si aggiunge che il costo della vita è aumentato molto, così come il costo dei biglietti dei concerti, questo porta inevitabilmente ad una diminuzione del pubblico ai concerti. Molti dei locali che prima proponevano musica indipendente ora sono stati costretti a chiudere. I musicisti infatti stanno cercando dei modi alternativi per vivere che non sono i live. Noi Tarantola stiamo lavorando sul fronte dei live ma pensiamo che sia meglio privilegiare la qualità dei concerti anziché la quantità. Ci sono molte agenzie che speculano sull’artista e noi vogliamo evitare scenari del genere, vogliamo poter suonare nei posti giusti, al momento giusto, con la ente giusta e con un biglietto ad un costo giusto.
Vuoi raccontarci di che cosa parla il testo di “Original Terron”?
“Original Terron” parla di orgoglio meridionale che nasce dall’ essere partito con una borsa, una chitarra e pochi spicci per coronare i miei sogni, affrontando problemi e situazioni incredibilmente difficili, senza aiuti e senza spintarelle. Non è stata un’impresa facile e non lo è tuttora anche se lavoro a tempo pieno con la musica e di questo sono grato. “Original Terron” è il racconto che accomuna molti immigrati italiani.
I progetti futuri?
Torneremo nei prossimi mesi a suonare con la band nel Regno Unito e in Europa. Stiamo trattando con diversi agenti. Continueremo a scrivere canzoni che sono il nostro modo di presentarci al mondo e continueremo a collaborare con gente di diversi paesi e di diverso calibro. Stiamo lavorando creando un’etichetta che si chiamerà TarantoLab dove cercheremo di costruire una community di artisti molto forti in ambito Reggae, Soul e Hip Hop.
Il tuo sogno nel cassetto in ambito musicale?
Suonare con la band sul palco del Rototom Sunsplash, ma anche suonare un nostro intero show nell’Anfiteatro Romano di Lecce e avere nomination ai Grammy come artista, songwriter o produttore. Spero inoltre di poter collaborare, scrivere canzoni e suonare con musicisti sempre più talentuosi. Spero un giorno ti poter fare tutto quello che faccio qui a Londra in Italia.
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