“Lo specchio di Tina. Vita e immagini di Tina Modotti” di Cinzia Ghigliano
Una vita diramata in altre vite, perché Tina Modotti fu modella, attrice, moglie, amante, fotografa per la denuncia sociale, militante comunista messicana al fianco di Diego Rivera, Frida Kahlo, Siqueiros, Orozco; fino a essere accusata ingiustamente e arrestata come terrorista, spia e assassina, e ancora fino ad abbandonare Tina per diventare Maria e immergersi nella guerra civile spagnola, dove conoscerà Robert Capa, Garda Taro, Hemingway, Antonio Machado e tutti i difensori della democrazia.
Con il graphic novel didascalico, “Lo specchio di Tina. Vita e immagini di Tina Modotti” (Contrasto, pp. 63, euro 19,90), Cinzia Ghigliano attraversa l’esistenza delle meravigliosa donna che fu Tina Modotti, nata a Udine nel 1896, delineandoci chiaramente un percorso che la raffigura nei momenti più importanti della sua vita. Un’adolescente che si guarda allo specchio per scoprirsi di una bellezza fuori dal comune, sensuale, libera e affabile ma, allo stesso tempo, introversa e insicura di tutto ciò che lei stessa è. Uno specchio che si trasformerà poi nella sua macchina fotografica, grazie a Edward Weston, che diventerà il riflesso istantaneo dei suoi occhi sul mondo, fino a rivedersi ancora davanti a uno specchio delusa e rassegnata, prima della sua prematura morte, nel 1942, a soli 46 anni.
Le illustrazioni sono veritiere e perfette, trasmettono sensazioni di gioia e dolore, attraverso un tratto morbido e delicato, con colori tenui e ombreggiati, a definire quella patina malinconica che caratterizzò tutta la sua vita. Nella parte finale di questo albo, Rosa Carnevale ce ne narra, invece, la vita attraverso le parole – sue, della stessa Modotti, di Paolo Neruda e Rafael Alberti – e attraverso le fotografie di questa immensa donna, immagini che però conobbero la luce solo nel 1991, troppo tardi per renderla orgogliosa del suo successo.
Marianna Zito