“Lo sguardo oltre il confine” di Francesca Mannocchi
La decadenza libanese, il ritorno al passato afghano, la devastazione della guerra siriana, la questione russo-ucraina, lo sconquasso iracheno, la complessa situazione libica. Sono solo alcune delle nitide trame che si possono scorgere attraverso “Lo sguardo oltre il confine” (pp. 224, euro 13,90) di Francesca Mannocchi, giornalista e scrittrice che da molti anni porta nelle nostre case la cronaca di ciò che succede attorno a noi.
Il libro nasce per guidare i più giovani verso l’approccio al contesto geopolitico che circonda alcuni dei luoghi più complessi del Pianeta. La comprensione del presente, frutto di analisi appropriate, rende il volume molto semplice anche per gli adulti che a malapena conoscono la collocazione geografica dei contesti analizzati.
In una recente intervista a un’agenzia giornalistica italiana, l’autrice si sofferma sull’importanza della divulgazione a favore dei giovani.
“L’idea – spiega l’autrice – è nata su proposta della casa editrice che aveva il desiderio di raccontare le grandi crisi del mondo ai ragazzi. I giovani sono sommersi di informazioni su crisi e guerre attraverso i social, media e web, ma non hanno accesso alla storia, alle origini e motivazioni di un conflitto. Il mio libro non ha certo l’ambizione di essere un testo di storia ma un aiuto per la comprensione di quello che accade oltre i nostri confini. Nel volume ci sono le storie individuali, vite di persone che ho conosciuto, scelte sulla base dei Paesi che conosco meglio. Con lo scopo di contribuire a creare nei ragazzi una sorta di mappa, di idea di quello che sentono“.
L’autrice cerca così di trasferire ai più giovani la sua innata curiosità verso il mondo. Dedicato al figlio Pietro ed edito da De Agostini il volume si apre con una citazione di Svetlana Aleksievič, Premio Nobel per la Letteratura e tratta dal libro La guerra non ha un volto di donna, in cui raccoglie la testimonianza di una donna che aveva partecipato alla Seconda Guerra Mondiale.
“Posso raccontare come ho combattuto e sparato, ma raccontare quanto e come ho pianto non posso. Questo resterà non detto. So solo una cosa: in guerra l’uomo si trasforma in un essere spaventoso e oscuro”.
Volgere lo sguardo oltre il confine è anche questo, uno sguardo che si proietta lontano, che avvalora la tesi dell’essere parte di un mondo a cui vale sempre la pena approcciarsi sin dall’adolescenza, anche in contesti brutali e assurdi per chi è abituato ad una situazione di confort sin dall’infanzia.
E ben vengano autrici come Francesca Mannocchi che scrivono libri per andare oltre il confine sempre e comunque. “perché la guerra è un dubbio, perché la guerra è un esercizio incessante di dilemmi, perché la guerra dovrebbe insegnarci ad ascoltare le ragioni dell’altro”. E aggiungo io, che scenari di guerra li ho assimilati volgendo lo sguardo sempre oltre confine, perché la guerra dovrebbe insegnarci a vivere.
Per facilitarne la comprensione, il libro comprende anche un glossario ed una cronologia che aiutano notevolmente l’assimilazione dei contenuti.
Salvatore Di Noia