Michela Andreozzi e il suo Peter Pan – L’intervista.
Michela Andreozzi, caleidoscopica attrice romana dagli innumerevoli talenti, è in teatro con l’One Woman Show “Maledetto Peter Pan”. Qui ci parla dello spettacolo, ripercorrendo alcuni momenti della sua bellissima carriera.
1 – Il tuo spettacolo, nasce in Francia prima come fumetto, dal titolo “Le Demon de Midi”, e dove poi è stato rappresentato in teatro. Tu l’hai modificato in qualche modo?
Ovviamente è stato adattato all’Italia. Il monologo nasce dall’esperienza personale di Michele Bernier, una comica francese che a un tratto ha scoperto di avere le “corna”. Ha così intrecciato la sua esperienza con la storia del fumetto, che parla del fatto che a una certa età, la mezza età appunto, gli uomini… rincretiniscono! Le demon du midi è il vento di mezzogiorno che indica proprio la mezza età, che va in crisi. Noi l’abbiamo tradotto con “La Sindrome di Peter Pan”, la paura di invecchiare degli uomini.
2 – Si sente spesso la definizione “One Man Show” e, a torto, quasi mai quella di “One Woman Show”. Ma tu ne hai fatti ben 3, oltre a “Maledetto Peter Pan”, che è un grande SHOW, con circa 20 personaggi interpretati tutti da te! Sei consapevole della tua grandezza nell’aver realizzato tutto ciò?
No! Ma sono contenta se la gente esce dal teatro felice. Io mi ispiro molto ad Alessandro Benvenuti, che con il suo “Benvenuti in casa Gori” fece una cosa simile…
3 – Leggendo la tua biografia, e volendoti descrivere, credo che “Artista dello spettacolo a 360°” sia riduttivo, tanti e diversificati sono i lavori a cui ti sei dedicata. In molti hai contribuito anche con la tua “penna”. Quanto ti ha influenzato la tua formazione Umanistica?
Moltissimo. Ho studiato così tanto che a un certo punto non volevo neppure più fare l’attrice! Dicevo: non è che poi butto via tutti ‘sti studi?!? Scherzo… mi piace l’idea che non ci si debba formare in un senso unico. Nel mondo gli artisti fanno parecchie cose, pensa agli americani o ai francesi: scrivono, dirigono… è solo l’Italia che si stupisce!
4 – Nell’immaginario collettivo, se si pensa ad un’attrice che ha raccontato l’essere donna e ha descritto l’Italia di un certo periodo, facendo “taglia e cuci” su tutti, la mente va subito a Franca Valeri. C’è qualcosa di lei nei tuoi personaggi?
TANTISSIMO, io la venero, è il mio riferimento assoluto. Praticamente una religione.
5 – Attrice, ma anche cantante. Proprio con la voce hai cominciato, incidendo alla fine degli anni ‘80 alcune canzoni per programmi TV di punta delle principali reti nazionali. Canti anche in “Maledetto Peter Pan”?
No… ma ballo! [sorride]
6 – La protagonista, come si legge nella scheda dello spettacolo: “racconta tutte le fasi dell’elaborazione del lutto manifestando comunque forza e ironia. Qual è secondo te la vera via superare gli scherzi della vita?
Questa: ridere di sé stessi. Alla fine, i problemi nella vita sono altri, e per una coppia che si rompe c’è – a guardar bene – sempre una nuova donna che nasce.
7 – Per ogni uomo con la sindrome di Peter Pan, c’è una donna che vuole riportare indietro gli anni con interventi di chirurgia plastica. Esiste secondo te il giusto mezzo per poter affrontare insieme in modo costruttivo l’età più matura?
Te lo dico dopo che ci sono passata?.. (ride) Direi comunque continuare a giocare, alimentare i reciproci Peter Pan, non smettere di stupirsi e accettare le debolezze dell’altro.
8 – Lo spettacolo è dal 10 al 28 gennaio al Teatro della Cometa di Roma. Da marzo, dopo 4 anni, sarà in tournée. Dal suo debutto è stato un consenso dopo l’altro. Parlaci un po’ di questo nuovo “viaggio”.
È sempre nuovo perché, essendo interattivo, è uno spettacolo che cambia a seconda del pubblico. Una continua scoperta. Riproporlo poteva essere un rischio e invece abbiamo una affluenza mai vista. Si vede che l’impegno, la dedizione e la passione alla fine pagano sempre.
Francesca Padula