L’immensità di Massimo Ranieri al Teatro Quirino di Roma
“Muoiono i poeti
ma non muore la poesia
perché la poesia
è infinita
come la vita”
Aldo Palazzeschi
Ammalia con la su Malìa Napoletana, Massimo Ranieri al Teatro Quirino di Roma strapieno di gente “innamorata” che non aspetta altro che dal suo sorriso escano le parole che accompagnano quella musica che tutti conosciamo bene ma che non ci stanchiamo mai di ascoltare, soprattutto quando sul palcoscenico c’è proprio lui.
Canta, accenna dei passi di ballo che gli appartengono e che non riesce mai a contenere e ci emoziona Massimo Ranieri, mentre porta la sua Napoli nel cuore di Roma in queste sere addobbate a festa, come le sue giacche piene di luci mentre ci allieta con le note dell’Italia del dopoguerra, quel momento in cui qualcosa stava per cambiare. È la malìa di Renato Rascel, è il pensiero verso Pino Daniele, è l’omaggio speciale all’amica Stefania Sandrelli presente con noi alla prima.
Malìa Napoletana è molto più di uno spettacolo, è la circumnavigazione di luoghi e persone appartenenti al suo e al nostro passato, possibile solo grazie all’intera orchestra. Enrico Nava alla tromba e al filicorno, Stefano Di Battista al sax alto e al sax soprano, Rita Marcotulli al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria: ognuno di loro ha un “compito” in un preciso momento e quella grande capacità di coinvolgere e incantare il pubblico. Non è escluso nessuno, né sul palcoscenico né al di fuori.
È una melodia che ci abbraccia tutti Massimo Ranieri, veramente “’na cosa grande”. Un’immensità.
Al Teatro Quirino di Roma fino al 31 dicembre.
Marianna Zito