“L’ignoranza dei numeri – Storia di molti delitti e di poche pene” di Francesco Paolo Oreste
Napoli. Il Vesuvio e il mare. L’ispettore Romeo Giulietti ama la sua città, così come ama il suo lavoro, i poeti e Rebecca, cioccolato e amarena. Ce lo suggerisce sin da subito il nome, che quest’uomo è un romantico. Ma ciò che vede tutti i giorni ha ben poco a che fare con l’amore e le romanticherie, ciò che l’ispettore Giulietti vede tutti i giorni sono i blitz nelle palazzine, i bambini e i guaglioni. I Tatore e i Gennaro di quella sua bellissima città sommersa dai rifiuti: “cento storie, sbagliate in mille modi, storie indicibili”. Accanto a lui il suo assistente, Michele Carotenuto, polemico e ironico, con cui innesca continui dialoghi, riflessioni e confronti; e la cara amica Elena, donna dalle due vite, o quasi tre.
“Comunque Tatore non se la meritava una morte così brutta: schiacciato come un insetto e lasciato ad affogare nel suo sangue…”
La scrittura di Francesco Paolo Oreste, poliziotto di mestiere, è snella e scorre tra le pagine senza mezze misure, portandoci direttamente al dunque, perché “L’ignoranza dei numeri – Storia di molti delitti e di poche pene” (Baldini+Castoldi 2019, pp. 252, euro 18) – arricchito dall’intensa prefazione di Erri De Luca – non ci risparmia proprio niente. Né nascite o morti, né sangue o poesia, né amore o rabbia. Parla di Napoli, parla di ogni posto nel mondo.
Marianna Zito