“L’Europa in viaggio. Storie di ponti e di muri” di Marco Magnone
“Muri e ponti rappresentano due idee di Europa e di mondo: una focalizzata sulla paura, l’altra sull’accoglienza e sulla costruzione”.
In queste poche parole è concentrata tutta l’essenza del libro “L’Europa in viaggio. Storie di ponti e di muri” di Marco Magnone (add editore, pp. 187, euro 16).
È questo un libro che è difficile classificare: non solo un saggio ma un diario di viaggio, un racconto di un sogno o di una speranza, quella di un’Europa realmente unita, non solo per accordi politici o economici ma, e soprattutto, per quello spirito di collaborazione e di solidarietà, di integrazione e di multiculturalità che ultimamente vive giorni difficili, perché tanti e forse troppi gli ideali sovranisti che minano questi ideali.
Ponti che rappresentano la vicinanza, l’unione, il futuro, in netta contrapposizione con i muri che dividono, isolano, impediscono la conoscenza dell’altro-
Il libro inizia con la triste storia avvenuta nel luglio 2011 ad Utøya, una piccola isola della Norvegia, quando un fervente nazionalista uccide 69 ragazzi con barbara ferocia, mosso da un odio profondo verso la società multiculturale che questi giovani riuniti sull’isola rappresentavano.
Il racconto prosegue tra ricordi personali e fatti storici che richiamano i ponti e i muri menzionati nel titolo. L’autore ricorda quanto accaduto sull’isola di Ventotene, dove un gruppo di prigionieri politici durante la Seconda guerra mondiale, diedero origine al “Manifesto di Ventotene” trasformando il sogno di un’Europa unita in un concreto progetto politico, fino a quanto accaduto l’11 settembre e di come quell’evento drammatico, quel giorno drammatico, abbia modificato la nostra percezione e minato la nostra sicurezza.
E se da un lato il muro di Berlino – che ha rappresentato una ferita aperta nel cuore dell’Europa – è stato poi abbattuto, sono tanti altri i muri in Europa, muri che rappresentano separazioni fisiche e culturali nonché barriere volute per contrastare i fenomeni migratori.
Nella storia trova il posto anche il viaggio a Berlino che lo scrittore fece per l’Erasmus e la prima gita all’ estero in pullman che ricorda così:
“…Perché è questa la mia Europa, e la nostra storia è iniziata con un colpo di fulmine all’inizio del liceo. Uno di quelli che ti porti addosso come un tatuaggio.”
Alla fine di “L’Europa in viaggio” si trova una sezione “Approfondimenti” con le informazioni che l’autore ha raccolto per la stesura dei vari capitoli, dettagli sui personaggi menzionati, tappe fondamentali nello sviluppo della comunità europea e ancora consigli di lettura e suggerimenti per viaggiare.
“Basta prendere il biglietto, e lasciarsi portare. Godersi tanto il viaggio quanto la destinazione, cercando di lasciare a casa le identità-coltello per fare posto alle identità colla.”
“L’Europa in viaggio” è un libro da consigliare sicuramente agli adulti ma ancor di più ai ragazzi, affinché conoscano le origini stesse dell’Europa, se ne facciano una opinione e interpretino in maniera critica quello ci viene raccontato giornalmente sui media.
Anna Lisa Coletta