“L’errore dell’arte” di Petros Michalopoulos
“Cosa è giusto? Cosa è sbagliato? È stata colpa mia? Me la porterò a letto? È la ragazza giusta?”
E poi succede. All’improvviso, quando non te lo aspetti, quando sei dal barbiere che la sera devi uscire con gli amici per andare in discoteca, per una nuova rimpatriata con la famiglia di sempre, quella che ti sei scelta, quella che ti ha scelto. Stai lì che ti stai comprando una camicia azzurra, la commessa ti guarda, tu la guardi, è carina, e poi succede. Non puoi farci niente, non dipende da nessuno, non dipende da te. Sbam! Come il chiodo di Baricco in Novecento. Cade, non regge più il quadro. Straborda, precipita come un’auto al di là di un ponte, in volo libero. Ineluttabile è la nostra vita, il nostro destino. Metti che sei un medico preparato che ha voglia di studiare e imparare, curioso nel proprio lavoro, curioso del mondo. Metti che hai una vita perfetta agli occhi degli altri, che poi non sono altro che il riflesso del nostro specchio personale. Metti che ti piacciono i fiori ma non vuoi fare il fiorista, hai solo ricordi belli. I nonni, che bella invenzione. Metti tutto questo, aggiungi il sorriso di una splendida donna conquistata con un aneddoto su Picasso, chiaramente inventato, e ti sentirai come Dario il protagonista de “L’errore dell’arte” (Gabriele Capelli Editore, pp. 280, euro 20).
Se solo trovassimo il coraggio di non essere sempre perfetti, la forza di essere fragili e l’orgoglio di essere insicuri, senza sentirci in difetto, tutto sarebbe più facile. E invece chi si ferma è perduto, non possiamo fare un passo falso. I binari, quelli preconfezionati che ci hanno cucito addosso, guai a uscirne. Petros Michalopoulos ci racconta una storia di ordinaria routine per farci capire quanto siamo fragili e come alle volte basta davvero poco perché tutto cambi, perché il nostro personale chiodo cada e le nostre certezze si sgretolino sotto il peso di una vita modello, schiacciate dalle responsabilità e dai sensi di colpa.
Se solo ci guardassimo negli occhi. Se solo ci parlassimo.
Ma voi lo sapete qual è l’errore dell’arte?
Antonio Conte