Le poesie messe in musica: Fernando Fidanza e il nuovo disco “Old folk for new poets”
Dal 4 giugno è disponibile “Old folk for new poets” il nuovo disco di Fernando Fidanza, cantautore romano classe ’76. Questo nuovo lavoro ha una storia molto singolare. Durante il primo lockdown e la conseguente necessità di restare chiusi in casa, Fernando, guidato dalla solitudine e dalla noia, ha iniziato a mettere in musica una poesia scritta dal fratello Luca. Da qui i discorsi sul mondo dell’arte e tutte le sue problematiche, arrivando però a un risultato: l’idea di coinvolgere più artisti, in questo caso poeti, e di chiedere il loro consenso per mettere in musica i versi di un loro componimento. Tredici poeti hanno aderito e tredici sono i brani che compongono “Old folk for new poets”. Un titolo in inglese che sembra una sorta di manifesto poetico che richiama alle sonorità folk di artisti contemporanei.
Ecco i nomi dei poeti coinvolti: si inizia dal cantautore stesso Fernando Fidanza, a cui si aggiungono Gianluca Ceccato, Alessandro Romanello, Flavia Cidonio, Jonathan Rizzo, Luca Fidanza, Valentina Demuro, Mattia Tarantino, Marina Marchesiello, Virginia Pedani, Roberto Crinò, Emanuela Mannino, Letizia Di Cagno.
La copertina, opera di Enrico Natoli mostra rami di albero come se fossero mani con lunghe dita.
“Al risveglio ho sempre cura di mettere gentilmente in fuga i fantasmi notturni. Me li tengo puliti, do loro un nome, a volte persino una casa a cui fare ritorno”. (da “Mattino”)
I brani, portando in sé delle poesie, non hanno ritornelli, ma non ne hanno bisogno: gli arrangiamenti vestono le parole in modo armonioso e dedicato, così come la voce ha una forte carica interpretativa, quasi sempre doppiata, come a dare l’idea del contrasto tra luce e ombra o tra bianco e nero, già in evidenza nella copertina. Il folk è la linea guida e porta alla luce i diversi messaggi, a partire da “Musica”, che dichiara: “non voglio idee per canzoni, voglio idee per la vita”. Melodie che si vestono di chitarra acustica e spesso di archi, come ad esempio nel brano “Per Charity”, “Vorrei guardare il cielo” e nel brano finale “Dentro di te”, che aumentano la carica emotiva. Non mancano i rumori della natura, ad esempio come le cicale di “Ti voglio così” e l’acqua in “Con dialoghi d’acque”. Si tratta prettamente poesie d’amore, ognuna con la sua personalità, ognuna differente.
Un disco che è anche un’antologia che raccoglie le voci di diversi poeti sotto un unico timbro, che sa dare loro la giusta via per arrivare a destinazione: il cuore di chi ascolta.
Roberta Usardi