Le Nina’s Drag Queens presentano in prima assoluta a Biennale Teatro “Le Gattoparde”
Domenica 20 settembre è andato in scena al Teatro Goldoni di Venezia, in prima assoluta per Biennale Teatro “Le Gattoparde”, il nuovo spettacolo firmato Nina’s Drag Queens. Una drammaturgia collettiva guidata da Lorenzo Piccolo che prende ispirazione dal capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, così come viene annunciato nel prologo, ancora a sipario chiuso.
La scena e l’azione vengono sviluppate dal passaggio più famoso del romanzo di riferimento: il ballo, un momento di socialità importante, in cui non mancano abiti eleganti e appariscenti mentre vengono serviti piatti prelibati e calici di vino e dove, soprattutto, si puó incontrare chiunque. È proprio il viavai degli ospiti più disparati a costituire l’intreccio, a dare l’idea di folla e delle diverse situazioni che accadono nello stesso momento, anche se in angoli separati della sala. Il pubblico vede entrare prima quattro amiche, poi una scrittrice con il suo agente, e ancora Raffaella Carrà, le Garibaldine, l’impersonificazione dell’Italia con al seguito Roma che tiene al guinzaglio la Vittoria (riferimento alle parole dell’inno nazionale “dov’è la Vittoria, le porga la chioma, che schiava di Roma Iddio la creò”). Ognuna di loro è una “gattoparda”, simbolo della decadenza di un’epoca. Ad una festa come si deve balli e canti non possono mancare: i dialoghi vengono così costellati da passi di danza, giravolte, canzoni in playback e persino da un momento di potente house music. Ma cosa manca ancora? Beh, semplice, come viene ribadito più volte dai personaggi in scena, “la storia d’amore, ci vuole sempre” e cautamente prenderà il suo spazio quando scoccherà finalmente la scintilla tra Rosaria e Diana, amiche fin dall’infanzia, finalmente a guardarsi con occhi diversi.
“Il mondo finirà. E se vogliamo che qualcosa resti com’è, dobbiamo cambiare.”
In scena, ognuna interpretando più ruoli, le Nina’ Drag Queens: Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia, Lorenzo Piccolo, e Ulisse Romanò, che cura anche la regia. Lodevoli le scene corali e le coreografie, le musiche originali di Gianluca Misiti e i costumi di Daniela Cernigliaro, che non passano inosservati e che vengono portati con grande stile.
Uno spettacolo sfavillante, che con una scena semplice ed efficace, opera di Maria Spazzi, offre una carrellata di moderne “Gattoparde”, le diverse rappresentanti della società, ognuna con il suo desiderio o pulsione, dal sentimento alla rivoluzione. Un spettacolo che può rischiare di confondere lo spettatore per la molteplicità delle situazioni e il filo conduttore non preciso, ma che trova senso quando arriva il momento in cui si realizza di aver partecipato, come dice il sottotitolo, a “l’ultima festa prima della fine del mondo”.
Roberta Usardi
https://www.labiennale.org/it/teatro/2020