“Le malizie delle donne”: storia di un topos primordiale
L’autrice e il topos
“Le malizie delle donne” (Marietti 1820, 2021, pp. 208, euro 15) di Luìsa Marinho Antunes è una versione ridotta rispetto all’edizione pubblicata a Lisbona nel 2014. L’autrice in questione, studiosa e critica della letteratura, effettua un percorso di riscoperta dei topoi, che si sono intrecciati nella letteratura alta e popolare, che riguardano l’idea di donna nelle sue manifestazioni più varie e intrinsecamente affascinanti. La malizia della donna è costante letteraria sin dalle novelle del Decamerone di Boccaccio, ne si ritrova una traccia forte anche nella letteratura latina e greca. Il percorso di creazione di questo topos letterario è quindi stratificato e getta le sue basi nelle più antiche culture europee, in una culla fertile che elabora una idea di donna sfuggente, fugace, elegantemente pericolosa.
La tradizione greco-latina
Della tradizione greco-latina ereditiamo una immagine di donna buona e fedele, basti pensare alle lunghe attese di Penelope, allo stesso tempo però insita in questa tradizione vi è la natura ingannevole della donna, come mostra la figura della seducente Elena: causa della rovina di Troia. La donna è quindi custode delle più grandi virtù e dei più grandi mali, una Pandora che porta con sé un vaso delicato, un vaso contenente i mali del mondo.
Uno scontro tra titani
Le donne godono quindi nella letteratura di una fama cangiante, carica di onori e spesso di ingiuste accuse, vivendo una subordinazione che causa una lotta primordiale tra i sessi.
“La donna che rifiuta il suo ruolo naturale e che assume prerogative maschili, per le quali non sarebbe naturalmente né socialmente preparata, è quindi colpevole della ‘femminizzazione’ della società e della razza e di mettere in pericolo di estinzione un popolo intero, giacché si creerebbe una specie neutra, debole e facilmente soggiogabile”.
Una lotta inevitabile che ha visto l’uomo abbandonare le armi, lasciar cadere lo scudo, una lotta morbida che muove la penna elegiaca dei grandi latini, gli amori non corrisposti e i dolori dei poeti, resi poeti dalla forza disarmante della donna.
Massimiliano Pietroforte