Le lettere che aiutano a crescere
Filosofa, risoluta e combattiva fino alla renitenza, Simone Weil è stata una giovane donna appassionata, convinta che nella vita occorresse fare bene ciò che si fa, senza risparmiarsi, perché la vita reale per lei, non era sensazione ma attività, sia nel pensiero che nell’azione. “Piccola cara… lettere alle allieve” (Marietti 1820, 2021, pp. 83, euro 17) è la testimonianza della preziosa corrispondenza tra Simone Weil e le sue ex allieve, conosciute tra il 1931 e il 1938, anni che vedono la Weil vestire i panni di insegnante in Francia, presso diversi licei femminili di provincia.
Saranno anni difficili dunque, che anticipano l’ascesa dei totalitarismi e vedono una Weil impegnata nell’insegnamento, a scuotere la morale delle sue discenti, favorendo non solo l’apprendimento ma anche lo sviluppo di un senso critico, che sicuramente non verrà apprezzato in una società che si apprestava a colpire duramente i riluttanti all’oppressione e alla menzogna, ma necessario come il pane. La Weil, pur riconoscendo la grande responsabilità morale nei confronti delle sue allieve, sceglie comunque la via della verità e affronta senza reticenze, in maniera diretta e disinvolta, temi importanti, a cui, verosimilmente, nessuno le avrebbe introdotte. Trapelano dalle lettere, riferimenti – più o meno espliciti – alla situazione politica; all’amore, che è bene non cercare ma dal quale non si deve neanche fuggire; all’importanza della lettura, come mezzo per coltivare se stesse, sia psicologicamente sia moralmente; alla gioia, come sentimento della realtà; ma anche alle esperienze personali della Weil. La stessa Weil che, pur soffrendo di terribili e intensi mal di testa, sceglie di prendere un periodo di stacco dall’insegnamento, considerato tuttavia uno dei modi migliori per entrare veramente in contatto con il popolo, a favore di lavori più duri fisicamente, sia in fabbrica sia in campagna, perché convinta che consentissero di stabilire un contatto più vero e autentico con la realtà. Di grande impatto sono i frammenti delle lettere in cui emerge con forza il pensiero pedagogico dell’autrice che ritiene quanto far comprendere il valore di chi apprende sia l’unico atto per sovvertire l’ordine esistente, senza dimenticare il lavoro più importante da avviare nella società: la volgarizzazione delle conoscenze, soprattutto scientifiche, in grado di guidare l’uomo verso la ricerca della verità.
Simone Weil tenta così di scuotere così la coscienza delle sue allieve, disilludendole forse, ma anche stimolandole a non mutilare la loro vita con nessuna rinuncia, insegnando loro a diventare donne padrone delle loro vite e consapevoli delle loro scelte. Una lettura, questa, consigliata a chi ama scoprire il pensiero di una donna che ha brillato per le sue idee rivoluzionarie, accostando alla filosofia tanta concretezza.
Sara Pizzale