“Le Black Holes”: la favola “dolcemacabra” di Borja González
“Sniff” è l’onomatopea da cui voglio partire per raccontare questo libro dalle tinte verdastre di Borja González. Uno scheletro che tira su col naso e cerca di guardare le stelle non è una cosa che si vede tutti i giorni, almeno dalle mie parti. Siamo nel 1856 e le stelle sbrilluccicano, come i dubbi che si affollano nelle pagine colorate da una timida farfalla rosso corallo. Teresa è una delle protagoniste della storia ed è una giovane aristocratica che ama scrivere poesie dai tratti horror, invece di pensare al suo debutto in società come vorrebbe la madre.
Basta una musica per trasportare il lettore in un’altra epoca. Il 2016 agguanta la notte stellata di tre ragazze che vogliono suonare a ritmo di punk mettendo insieme energia, passione e un look davvero particolare.
“Le Black Holes” è il nome del gruppo: vi ricorda qualcosa? Lo scoprirete avanti nella storia magari cercando di assaporare il “paradiso perduto” al Magic Lake Ice Cream. Due mondi diversi si incontreranno, rivelando di avere più cose in comune di quanto si possa immaginare. La notte stellata è l’elemento che accompagna queste ragazze audaci, che non hanno paura di esprimere quello che vedono e sentono attraverso parole, litigi, scherzi, bagni in costume.
I disegni di Borja González sono incantevoli e donano una forza strepitosa ai movimenti del corpo e del viso. Pare quasi impossibile far emergere i personaggi senza assegnare loro un naso, una bocca e degli occhi. Ma Borja González ce la fa. Eccome. “Le Black Holes” di Borja González (Mondadori, collana Oscar Ink, pp. 128, euro 20), è una storia che vi catturerà e sarà difficile lasciarla andare. Desideri e chiacchiere si intrecciano in questo graphic novel che racconta storie di vita giovanili e piene di grandi speranze.
Debora Colangelo