LE AVVENTURE DI NUMERO PRIMO al PiccoloTeatro Strehler di Milano
Due ore di intenso racconto su un palco adorno solamente di una roccia in mezzo, che ogni tanto accoglie qualche goccia d’acqua, e di proiezioni che seguono a tratti il racconto. Non c’è bisogno d’altro perché Marco Paolini tiene viva in ogni momento l’attenzione del pubblico, raccontando questa storia un po’ fantastica e un po’ tecnologica che però ci assomiglia in quest’epoca di realtà virtuali e di comunicazione a distanza. Ed è proprio da una chat tra un uomo e una donna che prende vita il racconto.
Paolini è narratore e attraverso la sua voce apprendiamo la storia di Ettore, fotografo di guerra, che si ritrova ad essere da un giorno all’altro padre naturale di un bambino, per la precisione il secondo padre naturale di tutta la Storia che si ritrova un figlio senza aver contribuito alla sua fecondazione. Questo bambino, che si fa chiamare Numero Primo, ha sei anni e stupisce, appassiona, incanta con l’innocenza e l’arguzia che solo i bambini di quell’età hanno ancora. Vediamo passo dopo passo le scoperte di Ettore attraverso questo figlio e di come questa paternità improvvisa sia accolta e vissuta a cuore aperto, addirittura fino a ordinare via internet una capra virtuale di 22 kg. Si ride e si riflette in questo spettacolo e ci si interroga su quello che sta diventando la realtà che prende sempre più la forma di tecnologia.
A un certo punto sembra che i ruoli padre-figlio si capovolgano e così anche le lezioni di vita che a impararle sembra più il padre dal figlio, quel padre che dorme e che riesce a farsi cullare da Baa Baa Black Sheep mentre il figlio è insonne.
Il monologo è tratto dal romanzo che lo stesso Paolini ha scritto con Gianfranco Bettin, che si interroga sul rapporto tra uomo e tecnologia.
LE AVVENTURE DI NUMERO PRIMO dal 28 novembre al 10 dicembre 2017 al Piccolo Teatro Strehler di Milano.
Roberta Usardi