Le arie della Tosca nella suggestiva cornice di Castel Sant’Angelo
Nell’ambito della rassegna “Sotto l’Angelo di Castello: danza, musica, spettacolo”, il 21 luglio sono state eseguite le più celebri arie dell’opera “Tosca” di Giacomo Puccini. Di fronte ai bastioni di Castel Sant’Angelo, luogo pieno di storia e di mistero dove, secondo la tradizione, si concluse la tragedia di Tosca, si sono esibiti interpreti di fama nazionale: Angela Nicoli (Floria Tosca), Salvatore Cordella (Mario Cavaradossi), Angelo Nardinocchi (Barone Scarpia), supportati dalla Entr’Acte Orchestra formata da 14 elementi e diretta dal Maestro Silvano Corsi. L’ opera lirica in tre atti racconta il dramma di una Roma del 1800, dove si incrociano le vite del pittore Mario Cavaradossi, della sua amante Floria Tosca e del sadico Barone Scarpia, a sua volta innamorato di Tosca.
La prima rappresentazione si tenne a Roma, al Teatro Costanzi, il 14 gennaio 1900. È considerata l’opera più concitata di Puccini, ricca di colpi di scena e di trovate che tengono lo spettatore con il fiato sospeso. Il discorso musicale si evolve in modo altrettanto rapido, caratterizzato da incisi tematici brevi e taglienti. Un cast di eccezione quello scelto, che ha restituito pienamente il senso principale della vena melodica concepita da Puccini, soprattutto nei duetti tra Tosca e Mario, nonché nelle tre celebri romanze, una per atto (“Recondita armonia”, “Vissi d’arte”, “E lucevan le stelle”). In “Vissi d’arte”, romanza considerata immortale, si coglie la poetica disperazione di Tosca che, sotto l’atroce ricatto di Scarpia, si scopre incapace di concepire tanta malvagità e si rivolge a Dio con toni di supplica: “Vissi d’arte, vissi d’amore, non feci mai male ad anima viva!… Nell’ora del dolore, perché, perché Signore, perché me ne rimuneri così?” .
Lunghi applausi da parte di un pubblicò entusiasta, a cui gli artisti hanno concesso generosamente il bis.
Diana Morea