“L’attimo fuggente” a teatro con Ettore Bassi
“L’attimo fuggente” racconta una storia antica del genere umano: la sua lotta per la libertà di esprimere chi veramente siamo nel breve tempo che abbiamo, al di là di quello che la famiglia dalla quale veniamo e la società nella quale viviamo si aspettano da noi. Nonostante siano passati trent’anni dal suo debutto cinematografico, la pièce, portata in scena al Teatro Celebrazioni di Bologna dal 17 al 18 gennaio , è ancora molto attuale. Sotto la guida del regista Marco Iacomelli, viene ricreata fedelmente la storia dei giovani studenti della Welton Academy e del loro incontro con il Prof. Keating (interpretato dall’affascinante Ettore Bassi), che cerca di piantare semi nelle menti e cuori dei suoi studenti, nonostante il continuo tentativo dell’antagonista Preside Nolan (interpretato da Mimmo Chianese) di dissuaderlo nel suo nobile intento.
Mentre l’istituzione fa ripetere ai ragazzi i quattro pilastri della scuola (tradizione, onore, disciplina, eccellenza), il Prof. Keating fa loro strappare le pagine di libri troppo teorici, che niente hanno a che vedere con la poesia. I professori ortodossi li obbligano a sedere sui banchi sottomettendoli sia nello spirito che nel corpo, invece il Prof. Keating li fa muovere nello spazio e addirittura li fa salire su quei banchi, che da simbolo di sottomissione diventano ora la piattaforma sulla quale il loro spirito si può ribellare ed elevare. Come ogni insegnante che sia degno di questo nome dovrebbe fare, le sue azioni e parole stimolano diverse reazioni nei giovani studenti così bisognosi di input positivi.
Colpisce molto l’interpretazione dei giovani attori che convincono il pubblico, ognuno con il suo tema importante, toccante e universale. Matteo Vignati nei panni di Neil Perryriesce a trasmettere molto bene la difficile relazione con il padre, il Sig. Perry (interpretato da Marco Massari) che vorrebbe vederlo diventare medico e non attore. Il loro è un rapporto difficile, come spesso è quello con i genitori che vorrebbero per i figli sempre quello che pensano sia giusto per loro, ma che spesso non è quello che rispecchia i desideri del loro cuore e che quindi diventa per loro una sentenza. Matteo Napoletano ricopre a pennello il ruolo dello sfacciato Charlie Dalton che risponde alle sollecitazioni del Prof. Keating trasgredendo ironicamente alle regole della scuola e arriva addirittura a inscenare una telefonata di Dio per richiedere l’ammissione delle ragazze all’istituto. Matteo Sangalli rappresenta Knox Overstreet con il quale affronta il tema dell’amore. La sua interpretazione volutamente goffa e timida e così tipicamente adolescenziale che strappa più di una risata al pubblico, per il suo innamoramento melodrammatico. Alessio Ruzzante è Todd Anderson uno dei personaggi più in risalto nella pellicola, e il suo forse è l’intento più sfidante: mostrare la difficoltà di tirare fuori la poesia che vive dentro di lui e di come questo processo, sempre incoraggiato e accompagnato dal professore, non è indolore, ma possibile.
Nonostante il tragico finale, il messaggio è di speranza: l’attimo è stato colto, la vita non sarà mai più come prima, ha già preso un’altra direzione e quei semi ormai non potranno fare altro che sbocciare in fiori, che come ci ricorda Chagall “sono la vita stessa in tutto il suo splendore e di loro non potremo mai fare a meno”.
Antonella Pizzolla