“L’ascolto ritrovato”: un romanzo-poesia autobiografico
“L’ascolto ritrovato” (Terre Sommerse, 72 pagine, euro 15) è la “mia storia di attrice vissuta fini ad oggi, un po’ romanzata ed elaborata in forma letteraria e poetica” come spiega la stessa autrice, Paola Lorenzoni.
In poco più di 60 pagine, Lorenzoni ci racconta la sua vita artistica e privata, dalla giovinezza fino ad oggi, con incursioni nei ricordi di bambina resa fragile dal rapporto difficile e doloroso tra il padre e la madre. È un susseguirsi di ricordi di famiglia; esperienze sessuali (con dovizia di particolari) e amorose; gatti perduti e ritrovati (anche nei sogni); racconti dell’esperienza teatrale, dagli esordi fino ai successi personali e di pubblico, passando per i momenti di incertezza. Un’esperienza teatrale che, diventata ragione di vita, si intreccia inevitabilmente con le esperienze personali, matrimonio incluso. Lorenzoni lascia spazio anche al suo percorso personale nel buddismo, la cui pratica costante negli anni le porta la calma e la concentrazione necessarie per raggiungere i proprio obiettivi e un proprio equilibrio interiore. Ci regala infine, sparse tra i vari capitoli, alcune sue poesie che ci accompagnano fino all’appendice e addirittura all’ultima pagina del libro, dopo la nota dell’autrice stessa.
Si sa che la scrittura è spesso un’urgenza, quella di raccontare una storia, vera o inventata che sia, personale o meno. Tuttavia, in questo libro, il cui risultato è un lungo monologo, l’autrice si occupa anche della quarta di copertina, dando l’impressione che i tempi non siano ancora maturi per un’autobiografia in senso stretto e ciò che ne risulta è un testo dalla natura indefinita, un messaggio che arriva al lettore incerto, come un fiume in piena di pensieri ed emozioni vissute, ma non canalizzate.
Laura Franchi