“L’anima dei fiori. Per amarvi, o fiori” – Il “piccolo gioiello dimenticato “ di Matilde Serao
“Ogni anima, anche la più umile, anche la più oscura, ha nei suoi inesplorati abissi un fiore che spunta, una gemma che si irradia, una luce che rifulge”.
Un “piccolo gioiello dimenticato”, “L’anima dei fiori. Per amarvi, o fiori” (Edizioni Spartaco, pp. 136, euro 15 ) di Matilde Serao, parole in prosa lirica che diventano un vero e proprio invito ad amare i fiori, a coltivarli nel proprio giardino e inebriarsi del loro profumo, così come fanno le donne della nobiltà straniera. “E da noi? E da noi?, Nulla!”. Perché sono utilizzati – nella Napoli borghese dei primi anni del ‘900 – solo nei momenti convenzionali, senza la delicata abitudine di dedicare la propria vita ai fiori, quell’innato e “vero bisogno di averne e di darne”. Un’anima pura, quella del fiore, a riesumare il ricordo dei colori e dei profumi del passato e ad attraversare mutevolmente, anno dopo anno, il susseguirsi delle stagioni.
Edizioni Spartaco ripubblica dopo più di un secolo, integralmente, – ma suddiviso in piccoli volumetti – questo capolavoro poetico dimenticato, grazie alla nipote dell’autrice Adriana Taglioni Gherardini e alla delicata curatela della giornalista e scrittrice Donatella Trotta, che scrive la ricca e dettagliata prefazione e che definisce l’opera “una memoria necessaria” per ognuno di noi. Non passa inosservato il floreale e tenue acquerello di copertina dell’artista Angelo Maisto che riproduce le linee dell’animo di Matilde Serao, che scrisse questo “composizione” in un periodo poco felice della sua esistenza, dando vita a fiori come dono, come segno di amicizia e come rifugio e serenità dell’animo.
Marianna Zito