“L’amore è un’invenzione”: la lettura scenica che mette a nudo il sentimento più nobile
L’amore. Da sempre è un tema che, per quanto affrontato innumerevoli volte negli ambiti artistici, non si esaurisce mai: è fonte di ispirazione, dolore, di estasi, ricordi, vita. Spesso l’uomo si aggrappa all’amore, o meglio alla sua idea, perché non ha sintomi e neanche una definizione, o forse la definizione è per ciascuno, molto soggettiva. A teatro è onnipresente e, anche se a volte risulta scontato e banale, non manca mai di stupire. E il sentimento più nobile è anche il tema della lettura scenica “L’amore è un’invenzione” tenutasi il 14 luglio a cielo aperto presso lo spazio esterno di Pacta dei Teatri. Incentrato su testi di Patrizia Ferraro, la rappresentazione ha dato modo al pubblico di sperimentare una visione dell’amore in modo frizzante, ironico, ma anche introspettivo.
“Ci sono notti che non sono notti e questa è una di quelle…”
L’amore permea la vita, chiunque ha assistito o vissuto in prima persona le fasi dell’innamoramento, nel bene e nel male, tanto da chiedersi se davvero si possa trattare davvero d’amore o se invece è frutto dell’impeto di un momento che si protrae fino a esaurimento: quante coppie si tradiscono dopo un inizio scoppiettante e pieno di passione? quante persone scelgono un partner apparentemente perfetto, ma che non basta per mettere a tacere l’insoddisfazione latente? Nella lettura scenica, ben strutturata, introdotta con un prologo e con un epilogo che tira le fila del discorso, lo spettatore assiste a situazioni che spaziano dalla metafora dell’unione fisica, molto divertente, che pone l’attenzione sul corteggiamento, ma anche sui dubbi e le perplessità tra due persone in cui è presente attrazione, ma anche timore di soffrire.
Tra i quadri proposti è stato dato ampio e meritato spazio alla filosofia greca e ai rappresentanti dei tre tipi di amore: Eros, Filia e Agape, che rappresentano rispettivamente l’amore erotico, l’amicizia e la fratellanza. Come è possibile, in un rapporto tra due persone, coinvolgere tutte e tre questi fattori? L’uomo, nella sua imperfezione, è davvero capace di amare? Difficile a dirsi, ma di certo l’uomo, proprio perché imperfetto, ci prova, anche se questo implica errori, malintesi e una dose di idealizzazione che lo porta a vedere spesso quello che non c’è… ma allora cos’è l’amore? Un’invenzione? Sì, una magnifica invenzione.
In scena tre attori / lettori: Patrizia Ferraro, Antonio Somma e Giulia Rossoni, affiatati e coinvolgenti nella loro interpretazione. Al termine della serata, si fa strada la speranza che questa lettura scenica possa trasformarsi presto in uno spettacolo vero e proprio, nel frattempo è bene meditare sull’amore e capire quanto l’amore è frutto di uno spasmo del cuore e quanto di una costruzione mentale.
Roberta Usardi