L’amore a distanza nel nuovo singolo “Ballo da sola” – Intervista ad Anna Capasso
Cantare d’amore, di quel sentimento che, se è davvero autentico, supera ogni ostacolo, compresa la distanza. E proprio questo il tema del nuovo singolo di Anna Capasso, dal titolo “Ballo da sola”, uscito lo scorso 25 giugno. Anna Capasso è una cantante, attrice di cinema e teatro, autrice, nata a Capua (CE), anche se ha sempre vissuto tra Napoli, Roma e Milano. Tra le numerose esperienze musicali arriva per sei anni tra i finalisti dell’Accademia di Sanremo e approda alla finale di Sanremo Rock nel 2001. Come attrice ha preso parte alla serie tv “Sangue del mio sangue”, ha recitato nel mediometraggio “Bruciate Napoli” e nei cortometraggi “Don Vesuvio” e “La musica è finita”, oltre a essere stata la protagonista del film “Gramigna”, candidato ai David di Donatello, a fianco di Biagio Izzo e Enrico Lo Verso. Il nuovo singolo “Ballo da sola” arriva dopo i successi di “Bye bye” nel 2020 e “Come pioggia” nel 2019. Per saperne di più su questo nuovo singolo, e non solo, abbiamo fatto qualche domanda a questa poliedrica artista.
“Ballo da sola” è il tuo nuovo singolo e parla dell’amore a distanza, quando l’hai composto?
L’ho composto durante il lockdown, ma è una tematica che ho vissuto sulla mia pelle e penso che chiunque possa ritrovarsi in questo argomento: tutti siamo portati a stare lontani dalla persona che si ama per lavoro o per altri motivi; l’amore a distanza può diventare a volte deleterio, ma a volte può rafforzare il rapporto. Quando c’è amore vero, nessuna distanza può interromperlo. Quante volte si tengono dentro i sentimenti per paura di far male o di esporsi troppo… secondo me vanno esternati tranquillamente, perché se son rose fioriranno, altrimenti è meglio saperlo subito. Soprattutto è bene non quantificare il tempo che si passa con una persona, ma la qualità di quel tempo. Molte volte i rapporti che durano molto sono vuoti, altre volte invece durano poco, ma sono così intensi che si portano dentro per tutta la vita. Quando si vive a distanza bisogna capire se si dedica all’altro il proprio tempo o le proprie pause.
Un verso del ritornello della canzone dice “gli amici che mi chiamano, ma io resto in angolo da sola e aspetto te”, è una sorta di indipendenza?
No, ciò significa che la vita continua sempre anche quando si vive in città diverse. Passare del tempo con gli amici non vuol dire tradire o dare una confidenza oltre l’amicizia ad altre persone. Nel verso “io aspetto te, resto qui in un angolo” intendo dire che per me esiste solo quella persona. Negare a una persona di essere libera porta a rompere un rapporto, tutti hanno diritto alla libertà e ad amare in qualsiasi forma.
Il videoclip di “Ballo da sola” è stato diretto da Ferdinando Esposito, ma il soggetto e lo storyboard li hai scritti tu. Dove è stato girato?
È stato girato alla Penisola Sorrentina e al Teatro Sannazaro, che sta a rappresentare il fermo che abbiamo avuto in questo periodo. Il mio messaggio è che se anche i palchi sono vuoti e la platea è vuota, io, come artista, ci sono sempre e lo spettacolo può continuare.
Come hai incontrato Massimo D’Ambra che ha composto con te “Ballo da sola”?
Lo conosco da quando ero piccola, suonavamo insieme nei locali, c’è un rapporto di amicizia e stima reciproca, ma soprattutto abbiamo un’alchimia musicale molto forte. Lui lascia sempre dire la propria opinione e cerca di creare un fil rouge con l’artista, che è fondamentale. In “Come pioggia” si è occupato della produzione musicale, poi ha scritto parte del testo di “Bye bye” insieme a me e a Vincenzo Bles. “Ballo da sola” e i prossimi brani sono firmati solo da me e da lui.
Il tuo primo singolo è stato “Come pioggia”, una ballata, diversa dal ritmo presente in “Bye Bye” e “Ballo da sola”…
“Come pioggia” era stato presentato per Sanremo, sono arrivata in finale, ma poi non è andata a buon fine. Comunque questo brano, a cui tengo particolarmente, ci ha dato tante soddisfazioni, ho vinto anche il premio internazionale “CortiSonanti” come miglior interprete, in concorso con gli americani. Tutti i singoli fino ad ora pubblicati sono un pezzo di cuore.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto preparando il nuovo singolo, uscirà prima di Natale, l’album invece uscirà in primavera insieme al nuovo singolo per l’estate. Il disco conterrà i tre singoli già usciti più altri inediti, sarà per l’80% autobiografico, con nuove contaminazioni musicali, ma senza mai perdere la mia anima.
Hai portato in giro uno spettacolo che unisce teatro e musica, dal titolo “Donne in viaggio da Napoli a Broadway”, ce ne parli?
L’ho scritto io, ed è senza tempo, cioè lo posso portare sempre in giro. Parla della donna artista nelle sue mille sfaccettature: non solo la donna che sta sul palco, ma anche la donna che è a casa e cucina o la donna che ha dovuto superare tanti ostacoli: ci sono donne che riescono a fare tre lavori insieme, donne che sono riuscite a raggiungere vertici importanti grazie alla loro cultura e la loro capacità di interagire. Ho inserito elementi autobiografici, ma anche storie di vita di attrici importanti che ho avuto modo di incontrare e che mi hanno raccontato la loro vita. C’è anche molto di Eduardo in questo spettacolo, da “Gli esami non finiscono mai”, che è un monologo molto importante, a “La Sciantosa”: è uno spettacolo che fa piangere, ma anche ridere.
Come ti sei avvicinata alla musica?
Da piccola, a 5 anni, radunavo tutta la famiglia, in modo molto sfacciato, e cantavo le canzoni di Madonna: mi vestivo come lei, ero una sua fan sfegatata. Per me il palcoscenico era quello. Mio nonno è sempre stato mio fan, ma anche il mio primo critico: guardavamo insieme i film di Eduardo, ascoltavamo la musica… ho avuto la fortuna di crescere con dei nonni che mi portavano a scuola di canto alternandosi coi miei genitori e che mi compravano gli abitini per i primi concorsi canori. Mi sono innamorata di questo lavoro senza che nessuno mi dicesse di farlo, poi ho iniziato a studiare. La passione va coltivata fin da bambini, senza pressione, per poi farla diventare un mestiere. Poi se a mano a mano la passione diventa più forte, si trasforma, e fa capire quali sono le nuove priorità. Così è iniziata la mia passione, che ho poi trasformato in studio e poi in lavoro.
Quale desiderio vorresti realizzare nel prossimo futuro?
Tornare al Festival di Sanremo, ma anche una grande fiction, o una collaborazione con un grande rapper. Amo l’arte nelle sue mille facce, il mio sogno principale è di poterlo sempre fare, grazie ai produttori, ai registi, a chi mi sceglie, ma soprattutto grazie al pubblico.
Roberta Usardi
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