Lalla Bertolini e “Lo Straniero”, il suo album di debutto
Lo scorso 27 marzo è uscito “Lo Straniero”, l’album di debutto della cantautrice romana Lalla Bertolini per New Model Label; anche se si tratta del suo esordio discografico, Lalla ha alle spalle anni di concerti sia con band sia in solitaria. È un cantare intimo il suo, Lalla è una cantastorie dalla voce profonda e ruvida: il disco è prettamente acustico e i testi sono pieni di immagini evocative. L’artista ha anche portato in giro un concerto/studio su De Andrè e nella sua musica sente l’impatto del cantautore genovese nell’interpretazione che Lalla infonde alle sue canzoni.
Ma torniamo a “Lo Straniero”, che si compone di otto canzoni inedite, perlopiù brevi, ma non per questo senza mordente, ascoltandolo si immagina di essere riuniti intorno a un fuoco sulla spiaggia, a farsi trasportare dalla musica.
Si parte con “‘923”, di stampo popolare e con una linea melodica che si ripete come una nenia; si parla d’amore ai tempi del fascismo: “tu ridevi come un fiore, come un fiore alla deriva, io guardavo alle tue spalle la tua pioggia radioattiva”.
“Il bramino” già dal titolo rievoca l’India con la sua cultura, un brano ritmato, con due chitarre, una acustica e una elettrica, ad accompagnare la voce decisa di Lalla: “concludendo, anima bella siamo sempre nella stessa situazione, poter vivere e parlare poter dare ad ogni cosa il proprio nome”.
“La rete” parla d’amore ai tempi del digitale: “è tutto uno svolazzo di cuori, verdi e azzurrini o violetti, è tutto un turbinio di emozioni belle, bruttissime o stanche”.
“Bob Dylan” è una canzone che si riferisce all’artista del titolo nell’occasione in cui non si presentò a ritirare il premio Nobel, con un testo crea ipotesi nella consapevolezza: “con la fame che c’è non riesco a fare a meno della mia sporca coscienza”.
“Lo straniero” è una storia ammaliante, un brano molto bello che si fonda su immagini ben precise dettate dal testo, che descrive quest’uomo “era armato e fiero, era fiammeggiante, puro come l’aria, vero come un diamante”.
“Addio Compagni” racchiude nel titolo l’intenzione che appare in tutto il testo, la voglia di congedarsi da una comunità non più necessaria, senza ulteriori indugi: “mi dimetto da sola, dalla vostra chimera e di me resterà una voce sincera”.
“La matta” che nell’arrangiamento ospita il contrabbasso e con la voce di Lalla che passa anche a un registro medio, evoca immagini di una donna ritenuta pazza: “è completamente seria e priva di certezza, gira una gamba, se tira il maestrale, cambia la mitezza, viene il temporale”.
“Padre Pio” è, come “‘923”, di atmosfera popolare, con la chitarra elettrica che segue la voce: “con l’aratro solcano la terra per riempirla d’altre dicerie, martiri, giovani, anziani, due occhi, due mani, un fegato, un Dio”.
“Lo straniero” è stato stampato in edizione limitata, poche copie fisiche quindi, con l’intento di venderle durante i concerti dal vivo; confidiamo che presto i concerti possano tornare parte integrante delle nostre vite, così che possiamo andare a gustarci le immagini e le emozioni dal vivo di Lalla Bertolini, acquistando anche un cd con tanto di autografo.
Roberta Usardi