“Io non odio vivere, l’ho già detto. Il mio non sarà un suicidio, ma un atto intellettuale, addirittura politico, anche se importerà a pochi. Io voglio rinunciare a vivere perché la vita non è possibile, perlomeno per come l’ha costruita la società, quella in cui vivo e mi tiene prigioniera dentro le sue mura invalicabili…”

È Juliette, la protagonista del romanzo “La voragine” (Oligo Editore, pp. 186, euro 18) che riflette sulla vita, sulla sua vita, sulle regole imposte dalla società che sente strette, troppo strette; lei non vuole essere schiava dei condizionamenti, ma “fottere” il sistema. Juliette non vuole cedere al conformismo ma ribellarsi a ogni forma di falso perbenismo da cui si sente circondata.

“La Voragine” è il primo romanzo di Marco Galli uno dei più conosciuti fumettisti italiani, che per questo suo esordio ha scelto un tema complesso e coinvolgente, quello delle problematiche giovanili.  Un romanzo avvincente, drammatico e tenero nello stesso tempo. È la storia di Juliette e Nico, due giovani ventenni innamorati che trovano ospitalità in una casa quasi abbandonata. I due ragazzi hanno un piano da finalizzare avendo a disposizione solo poche risorse: vino…tanto, cibo…poco, droghe… quelle che sono riusciti a procurarsi. Juliette è l’ideatrice del progetto, Nico coinvolto forse solo per amore. Nella casa abbandonata i due vivono esperienze forti, a tratti estreme, un baratro, sempre più vicino, li trascina verso esperienze crude e intense, ma qualcosa improvvisamente cambia nell’equilibrio tra due innamorati.

Dopo una vicenda che inizialmente è drammatica per il desiderio di autodistruzione della coppia, il finale lascia al lettore un briciolo di speranza. Del resto in fondo al tunnel c’è sempre un po’ di luce, o così noi speriamo, anzi crediamo. “La voragine” fa riflettere, ci ricorda non solo il tormento giovanile tanto frequente, ma il tormento che assale tutti noi ogni volta che ci sentiamo stretti e ingabbiati da inutili convenzioni.

Anna Lisa Coletta