La visione di strada di Paul Crespel in mostra a Vicenza fino al 20 ottobre
In mostra fino al 20 ottobre – presso la Qu.Bi Gallery di Vicenza – le fotografie in bianco e nero del foto-reporter di origini irlandesi Paul Crespel. La Gallery di c.so Fogazzaro, da sempre eclettica e avanguardista nel proporre conferenze, mostre pittoriche e presentazioni di libri, ospita un vero tesoro per pochi giorni.
Fotografo di stampa freelance accreditato, artefice di molti scoop, ha vissuto a lungo in Italia e ha avvicinato l’obiettivo alla strada, alla gente, ai bassifondi. La Street Photography di Paul Crespel è oggettiva e realistica, così come dovrebbe essere, ma l’occhio geniale e puro dell’ottimo fotografo compie il salto di qualità estrema e riesce a scattare attimi unici e irripetibili. Spesso nell’arte si dice che nulla è a caso, anche se viene fatto credere l’opposto, ma qui è proprio il caso unico che viene immortalato. C’è un’umanità disperata e vera, opposta all’umanità che parrebbe essere altrettanto vera ma è diversamente disperata. Immaginate quest’uomo che passeggia per le strade, di Verona o di Milano, e che filtra ciò che vede non solo con gli occhi, ma con l’anima: e allora ecco che la sua macchina fotografica è il mezzo per interrompere, per qualche frazione di secondo, uno spaccato esile di realtà ma testimonianza forte e implacabile. Alla fine, chi fa la storia, è sempre la gente. Non ci sono giudizi, anzi, è il giudizio stesso che viene fotografato: sguardi curiosi ma severi che giudicano qualcosa o qualcuno che a loro appare diverso e quindi per questo sbagliato. Come nel cinema di Almodóvar, dove si dimentica il centralismo dato all’uomo bianco eterosessuale, in questi scatti ci si può immergere nella pluralità delle esperienze di vita degli esseri umani e anche degli animali. Ci vuole amore per saper cogliere l’essenza delle persone e delle cose e bisogna aver visto tanto, forse persino troppo.
Crespel cattura momenti di gioco e ilarità, persino di passione tra le persone e come un Magritte fotografico, stravolge la visione portando lo spettatore in giochi di incastri e illusioni. La vena del fotogiornalismo si avverte e impietosamente si è testimoni anche del razzismo, bieco e ignorante, della tossicodipendenza vista senza stereotipi, della feroce solitudine. Non c’è differenza tra una signora al mercato e un punk, non c’è differenza tra una donna alta un metro e poco più e una donna tatuata che allatta un bambino, non c’è differenza tra le persone in quanto esseri umani. È lo sguardo che decide il pensiero, la gabbia in cui inserire il catalogo dei giusti e dei sbagliati. Paul Crespel racconta la strada e la società e usa solo due opposti: bianco e nero, luce e ombra. È una mostra da vedere perché c’è la potenza di raccontare quello che a volte rimane celato, ma con fantasia e verità.
“Credo che la street photography non sia un’arte; la considero un’attività documentaria, una registrazione del momento storico presente a vantaggio delle generazioni future. Consiste semplicemente nell’usare una macchina per fissare in modo meccanico qualcosa che si vede. “.
Silvia Paganini