La verità di ISABEL GREEN al Teatro Elfo-Puccini
“Quando, in macchina, si accende la spia dell’olio vuol dire che sussiste un problema e allora le strade sono due: o fermarsi a risolvere il problema o andare avanti tagliando il filo che accende la spia”.
È la notte degli Oscar e sta per essere proclamata la vincitrice del premio come miglior attrice protagonista. È Isabel Green, è il coronamento di un sogno, è un momento magico, tanto atteso e ora finalmente diventato realtà. MA… si capisce subito che qualcosa non funziona, che in quel momento perfetto si fanno strada pensieri, ricordi, sacrifici. Quella statuetta tanto ambita provoca un turbinio di emozioni e frustrazioni, Isabel pronuncia il suo discorso di ringraziamento tentando di mantenere il controllo di quello che le sta capitando dentro, ma scopre che non riesce ad andarsene da quel palco. Per lei la vittoria corrisponde alla rottura dell’argine tra l’essere e l’apparire, perché vincere quel premio diventa la consapevolezza di tutto quello che ha perso. Isabel è nata con il dono della recitazione e ha combattuto strenuamente per farlo crescere, forzandolo, incitandolo, senza un attimo di riposo, tenacemente. Ora, dopo sette nomination a vuoto, ha raggiunto il suo scopo e allo stesso tempo si scatena il caos nella sua testa. Si ritrova improvvisamente esposta davanti a se stessa, non più alla notte degli Oscar, a tirare le somme della sua vita; si confessa e si trasforma.
In un crescendo emotivo Maria Pilar Perez Aspa, con l’attenta regia di Serena Sinigaglia, porta in scena con grande maestria la fragilità di una donna che si ritrova a fare i conti con la propria infelicità dinanzi a quello che avrebbe dovuto essere il momento di realizzazione più alto della sua carriera.
Il testo di Emanuele Aldovrandi racconta i nodi interiori nascosti da un’apparenza perfetta appartenenti a una personalità che si svincola e scava fino alle proprie radici e svela la verità da sempre celata.
Un tutto esaurito meritatissimo al Teatro Elfo-Puccini di Milano, tante emozioni e forte commozione.
Roberta Usardi