“La vera storia di Edgar Allan Poe” scritta da Teresa Campi
Teresa Campi con “La vera storia di Edgar Allan Poe” (Odoya, pp. 366, euro 24) si addentra all’interno in un sentiero duplice, da una parte si trova di fronte un uomo additato da sempre come caso clinico, dall’altra – e sarà questo la sua strada, seguendo gli studi di Arthur Hobson Quinn – ci porterà verso la scoperta di chi è stato l’uomo Poe. Alcolista, povero, intellettuale, un essere solitario sin dalla sua prima infanzia, a causa di avvenimenti spiacevoli e tristi che coinvolsero la sua famiglia e, di conseguenza, cambiarono anche la vita di Edgar.
E Teresa Campi parte appunto dall’inizio, raccontando in primis la vita difficile, per destino o per scelta, di chi mise al mondo lui, Edgar (come Edgar del Kingston Lear!), e i suoi fratelli (un fratello e una sorella, per l’esattezza), la triste fine del padre e la sorte non meno infelice della giovane madre Betty Arnold, talento teatrale di successo di una piccola compagnia della Virginia, e l’adozione presso una nuova famiglia, la famiglia Allan. Ed ecco quindi Edgar Allan Poe. Ma è a partire da qui che il roseo futuro del ragazzo si rivelerà un futuro di soprusi, ancora più pesanti nel compimento dell’atto di ribellione che non piega lo scrittore davanti ai compromessi e ai dettami della società americana dell’Ottocento, che lo trasformerà in un reietto sociale, a cui -come unico spiraglio di libertà – resteranno solo la scrittura, la letteratura e la poesia.
Teresa Campi scrive la prima e completa biografia romanzata su Edgar Allan Poe con una penna scorrevole, lineare e dettagliata; biografia arricchita dall’immagine di una lettera inedita scritta da Edgar Allan Poe da Baltimora a Muddy, sua zia Maria Clemm, il 29 agosto 1848, due mesi prima della sua tragica morte, pubblicata e tradotta integralmente nella nostra lingua per la prima volta su questo meraviglioso volume.
Marianna Zito