“La vegetariana” – Bellezza e ossessione in Hang Kang
È un romanzo lento “La vegetariana” (Adelphi, pp. 177, euro 10) di Han Kang, in apparenza calmo e tranquillo, come certi laghi dei film dell’orrore che nascondono profonde insidie. Presenta una scrittura meticolosa, ossessiva che dal principio ci prende per mano come se ci volesse accompagnare in un mondo fatto di incanto e buoni propositi, per poi farci accorgere, lungo tutto il romanzo, che quella che ci offre la scrittrice sudcoreana non è una stretta di mano, quanto piuttosto catene dalle quali difficilmente potremmo liberarci senza prima scendere negli abissi profondi degli animi inquieti dei personaggi.
Diviso in tre parti, il romanzo dà voce e corpo ai protagonisti, offrendo ogni volta un punto di vista diverso, pur raccontando la storia seguendo una certa linearità. Chi siamo veramente? Fin dove possiamo spingerci per diventare chi crediamo di essere? Quali limiti siamo disposti a valicare affrontando anche la possibilità di non poter più tornare indietro? E soprattutto chi siamo disposti a sacrificare, a buttare giù dalla torre per il nostro unico e personale obiettivo? Queste sembrano essere le domande e le riflessioni che i personaggi si pongono e ci pongono mettendoci continuamente alla prova. È un romanzo di perversa bellezza dove – disgustati dall’odore del sangue e della carne, dai corpi macellati – cambiamo pelle insieme a Yeong Hye. Cerchiamo la pace e la salvezza trasformando il nostro essere per diventare parte della vita, come alberi con le braccia nella terra bisognosi solo del sole. È un romanzo di perversa ossessione dove ci spingiamo oltre la ragione e il buon senso comune, per un’idea che ci faccia avvicinare un po’ di più a Dio, fine ultimo a cui ogni artista come P. dovrebbe tendere. Siamo corpi nudi intrecciati, ricoperti di fiori e foglie, non più uomini, non più animali ma rami e natura.
È un romanzo corale “La vegetariana”, dove i protagonisti – proprio come In Hye – sono alla continua ricerca di qualcosa e si interrogano sulle loro azioni, cercando le relazioni di causa ed effetto. Si muovono, come noi, in territori spesso sconosciuti, come in una specie di sogno e come Han Kang scelgono le parole con cura, una alla volta, anche solo per un attimo di pace e finta normalità.
Antonio Conte
Foto e disegni di Antonio Conte