“La tempesta” perfetta in prima assoluta al Pompeii Theatrum Mundi
Ritorna per il terzo anno consecutivo la rassegna di drammaturgia antica al Teatro Grande di Pompei. Apre la stagione il direttore del Teatro Stabile di Napoli Luca De Fusco con una rilettura della Tempesta di Shakespeare dedicata alla figura del padre novantenne del regista che, come Prospero ha trascorso una vita immerso nei suoi libri, raccontando in decine di opere edifici e architetture mai visitate. Pompei, con la sua storia millenaria, ben si prestava a un classico di Shakespeare, storie e culture a confronto. Diventa così ancora più interessante la visione del regista in chiave contemporanea, surreale e metafisica nel trasportarci nella mente del mago, in una visione quasi freudiana fatta di cassetti, finestre e centinaia di tomi e volumi.
Non siamo su un’isola fatta di pietre e sabbia e rocce lambite dal mare, ma nello studio del mago, il suo mondo, il suo universo, il suo mistero più puro e forse proprio per questo ancora di più isola dove tutto è illusione e immaginazione e un magistrale Eros Pagni, severo e austero nelle vesti di burattinaio dell’intero accaduto, muove i fili e tesse trame per governare gli avvenimenti e far si che tutti i suoi nemici si ritrovino intrappolati nella rete da lui ordita. Personaggi forse frutto della sua fantasia e delle sue magie come Ariel, lo spirito dell’aria e Calibano interpretati sempre da Gaia Aprea che si sdoppia in costumi e personalità, che sembrano essere voce e coscienza del mago. Un uomo solitario, machiavellico, mosso dalla sete di vendetta che parla solo con la figlia Miranda, Silvia Biancalana innamorata del Ferdinando di Gianluca Musiu, creduto morto dal resto dell’equipaggio che a sua volta lui credo disperso in mare. Ci troviamo nella biblioteca del protagonista, dove tutto accade, e tra queste migliaia di libri si aprono finestre dalle quali Prospero si affaccia a controllare e dettare leggi e incantesimi. Fondale perfetto per le proiezioni video di Alessandro Papa che accompagnano il dramma, per le immagini della tempesta che deride i personaggi naufraghi sull’isola e li porta dove la vendetta di Prospero li aspetta. Una scenografia mutevole e granitica al tempo stesso, impreziosita dalle luce di Gigi Saccomandi. Tanti i personaggi, molti gli attori, strepitosi e immensamente napoletani Trinculo e Stefano, quasi a citare coppie storiche del teatro nostrano, interpretati rispettivamente da Alfonso Postiglione e Gennaro Di Biase. Sul tappeto mobile dove tutto scorre come se davvero stessimo su una nave in balia dei capricci del mago o di una imponente tempesta, una carrellata di personaggi si presentano al nostro cospetto, senza più un’isola dove muoversi diventano figure metafisiche che si raccontano a noi. Carlo Sciaccaluga, Paolo Cresta, Paolo Serra, Enzo Turrin, Alessandro Balletta, Francesco Scolaro e Alessandra Pacifico Griffini, un cast eccezionale per un dramma corale che sarà prima a Verona a fine giugno, poi in autunno di nuovo in Campania, a Napoli al Mercadante.
La rassegna Pompeii Theatrum Mundi non poteva che iniziare nel migliore dei modi, con un opera che parla di teatro raccontandoci le illusioni degli uomini e le loro passioni. Solo un applauso del pubblico potrà salvare noi e Prospero, imponente nel monologo finale, permettendoci così di lasciare l’isola e prepararci ai prossimi spettacoli di questa nuova stagione a Pompei.
Antonio Conte