“La sublime arte” raccontata da Alexandra Davide-Néel
“Rosario Grant diveniva per loro l’incarnazione dell’Arte così come essi la intendevano: graziosità ricoperta d’oro”
Cosa siamo disposti a fare per raggiungere i nostri sogni? Quanto può essere duro e pieno di ostacoli il percorso della nostra vita per raggiungere i nostri obiettivi? Cosa siamo disposti a perdere? Per Cécile Raynaud, l’Arte è la sua vita. La continua e costante ricerca per raggiungere il suo più grande obiettivo: il teatro.
“L’arte magica! L’arte sublime! Non avevo occhi che per essa…”
Da tempo Cécile è costretta a una vita che non le appartiene e ricorda con nostalgia il suo passato di attrice di teatro, perché non le è stato rinnovato il contratto e, come possiamo immaginare la carriera di attrice è lunga e tortuosa; i suoi racconti si alternano tra la disperazione e l’angoscia che continuano ad assalirla nel presente. Riesce ad andare avanti soltanto tramite i ricordi di quella vita che ha sempre sognato. “Il teatro!… Era il mezzo per realizzare i miei sogni, vivere ore febbrili con le poesie in cui mi cullavo e che già sapevo non appartenere alla vita reale. Pensavo che l’arte mi avrebbe fornito una vita accanto alla vita.” Ma, a un certo punto, ecco che le si ripropone l’occasione Per “riprovarci” e con essa tutte le difficoltà che ritroverà lungo questo percorso. Ma la determinazione è tutto. Resistere, lottare anche quando tutto sembra sgretolarsi di fronte a noi.
“un’improvvisa emozione mi fece battere il cuore: ebbi la percezione chiarissima che in quell’attimo si giocasse il mio destino!”
Alexandra David-Néel descrive l’Arte con sublimi parole. Si percepisce la personalità dell’autrice, che in questo libro mette se stessa come testimonianza autobiografica di un’esperienza giovanile di cantante. Attraverso il racconto della protagonista, l’autrice rivive le difficoltà che stanno dietro il successo e coglie l’occasione per raccontare un’umanità torbida e viziosa, consegnandoci il ritratto di un’epoca con le sue contraddizioni e ipocrisie. “La sublime arte” (Voland, 2018,pp. 264, euro 18) è tradotto da Guia Boni, che porta in Italia un libro dal gusto raffinato. In copertina è raffigurato un disegno di Jean Veber, tratto dalla pagina di frontespizio della commedia “Thais”, che ritroveremo all’interno del racconto.
Sara Abbatiello